La movida non è semplicemente una fonte di crescita e sviluppo. È anche e soprattutto una risorsa per un territorio. Il profilo da prendere in considerazione è infatti quello socioeconomico, dal momento che la cosiddetta industria del divertimento non porta soltanto quattrini nelle casse degli esercenti operanti nei settori di riferimento ma è sinonimo di fermento e dinamismo di un luogo. Tutti vantaggi, rispetto a cui si possono però annidare fenomeni gravi e persino rischi per la collettività. È il caso di quanto sta accadendo nel quartiere Lido negli ultimi tempi. E’ opportuno ricordare che esiste un sistema di leggi e regole sancite proprio per contemperare le esigenze di quanti si vogliono svagare (in particolare giovani e ragazzi) e chi risiede in una certa area, magari affatto interessato o comunque assai meno sensibile alla vita notturna. Un aspetto da tenere in debita considerazione al fine di evitare proteste e rimostranze quasi sempre sfocianti in denunce ed esposti di vario genere. Atti formali che obbligano le forze di polizia a intervenire, ripristinando l’assoluto rispetto delle normative vigenti. Non c’è solo il profilo del disturbo della quiete pubblica, pur assolutamente rilevante, a tenere banco. Il nodo focale è quello dei rischi per la sicurezza dei cittadini. Il divieto della somministrazione di alcolici ai minori di 18 anni, previsto dalla legislazione nazionale. Senza dimenticare la vendita di bevande a base di alcol, poi consumate all’esterno dei locali, messe all’interno di bicchieri e bottiglie di vetro. Utensili che in caso di risse possono diventare armi a tutti gli effetti. A questo si aggiunge anche la terribile piaga della droga, che di frequente viene smerciata proprio nei pressi di alcuni frequentatissimi “posti di tendenza”. Un fenomeno da combattere e stroncare con la massima durezza.
M.P.