CATANZARO. Si è discusso della crisi dell’apicoltura al convegno dal titolo “Prodotti dalle api, falsificati dall’uomo” promosso al Senato dalla senatrice del Movimento 5 stelle Elena Fattori. Il dibattito ha coinvolto il presidente di Anai Sergio D’Agostino, il presidente di Unaapi Francesco Panella e l’ispettore del Corpo di Polizia Forestale Gianluca Baiocchi. La luce è stata puntata sulla crisi del settore apicoltura e sull’insufficienza e inadeguatezza dei provvedimenti normativi – vecchi e nuovi – emanati sia dallo Stato che dalle Regioni. Ci hanno introdotti all’esame di questi aspetti i portavoce 5 stelle alla Camera Filippo Gallinella (Commisione contraffazione e commissione Agricoltura) e Massimiliano Bernini (Commissione Agricoltura). In particolar modo sembra essersi eretto un muro di gomma da parte del Ministero della Salute che da una parte ha istituito una unità di crisi in relazione alla Aethina tumida in Calabria e le sue potenziali ripercussioni sulle altre Regioni italiane, e dall’altra ha anche tenuto fuori da ogni dibattito le associazioni di produttori. In questo modo ha avallato la scelta discutibile della Regione Calabria di ovviare al deleterio coleottero bruciando gli alveari. Una determina, quella della giunta calabrese, che ha messo in ginocchio le produzioni apistiche distruggendo centinaia di alveari e che non ha risolto il problema, visto che il coleottero, volando, evita le fiamme. A seguito di questa epidemia la UE ha rincarato la dose proibendo le esportazioni di miele e altri prodotti derivati dalle api provenienti da Sicilia e Calabria, mentre il MIPAAF intende sostenere la medesima norma anche qualora in altre regioni dovesse verificarsi la presenza dell’Aethina. L’incontro è stato quindi l’occasione per discutere la possibilità di altre vie perseguibili, così come ne sono emerse per la lotta all’altro grande parassita: la Varroa. Quest’ultimo ha innescato una serie di reazioni nelle produzioni bio che hanno iniziato a contaminare con fitofarmaci nocivi alla salute umana le propoli e le cere, a discapito di chi realmente produce in maniera lecita, come ha sottolineato Baiocchi della Forestale nell’illustrazione dell’operazione “Ape Maia”. Esistono metodi naturali, come l’innalzamento della temperatura delle arnie che uccide la Varroa e aumenta la capacità produttiva delle arnie stesse, brevettati da un’azienda italiana che potrebbe evitare una grande fetta di illegalità in un settore tanto in crisi. “L’assenza del Ministro dell’Agricoltura Martina, oltre che dei Ministri di Ambiente e Salute, sottolinea come il governo abbia perso una importante occasione di confronto. Il Movimento 5 stelle chiede a gran voce che si riveda la disposizione della Regione Calabria, che vengano ascoltati i produttori apistici per arginare i nefasti eventi parassitari senza metterne in ginocchio le produzioni” sostiene Elena Fattori, che prosegue: “è necessario imporre di inserire in etichetta la provenienza delle materie prime di miele, propoli e cere, per poter fronteggiare in maniera efficace tutto il filone di contraffazione che getta alle ortiche l’eccellenza Made in Italy”.