CATANZARO. “Meglio del Presidente del Consiglio nessuno poteva argomentare la filosofia alla base dei decreti delegati sul Jobs act varati alla vigilia di Natale”. Comincia così un durto attacco della Cgil Calabria ai provvedimenti del Governo sul lavoro. “Il Presidente Renzi, commentando in polemica con i suoi alleati di Governo del NCD – si legge in una nota della segreteria regionale della Cgil – ha detto che nessuno aveva osato tanto o era arrivato alle posizioni espresse nei decreti delegati appena varati. Cioè, nessun governo di destra degli anni precedenti era riuscito ad eliminare l’art. 18 e a liberalizzare i licenziamenti collettivi! Lui c’è riuscito, ovverossia ha fatto diventare legge atti contro i lavoratori e ha praticato politiche di destra! Ciò che si è realizzato nei decreti delegati sono scelte vergognose, indegne di un governo democratico e che si definisce progressista! Nessuna propaganda governativa potrà cambiare la realtà dei fatti: i provvedimenti liberalizzano i licenziamenti individuali eliminando la giusta causa e introducono la libertà per le imprese di procedere ai licenziamenti collettivi. Una vera mannaia sui diritti sanciti e tutelati dalla Carta dei Diritti europea. Nei fatti si svuota il contratto a tempo indeterminato e il contratto a tutele crescenti è una pura finzione. I lavoratori che sono già nel mercato del lavoro e quelli che vi entreranno saranno sottoposti ai ricatti e alle condizioni discriminatorie delle imprese senza avere più le tutele previste dalle norme del diritto del lavoro italiane, dalle leggi e dall’ art. 18! E’ una vera ingiustizia per i lavoratori e i giovani italiani e del sud. Continueremo la battaglia con tutti gli strumenti a nostra disposizione in Italia e in Europa, in tutti i luoghi di lavoro ed in tutti i territori del Paese. Ai Parlamentari calabresi che si dichiarano di “sinistra” e che hanno votato il Jobs Act diciamo che non hanno più alibi. Quelli che non si sono accorti di cosa hanno votato, quelli che fanno finta di non sapere, quelli che presuntuosamente rivendicano la giustezza del provvedimento hanno di che vergognarsi: nei prossimi giorni li inviteremo nei luoghi di lavoro e nei territori a confrontarsi, al di là della propaganda. La cosa di cui siamo certi – conclude la Cgil – è che è stata fatta una ingiustizia al mondo del lavoro italiano e calabrese. Sono stati tolti diritti fondamentali e di civiltà del lavoro e, al contrario, solo propaganda e false promesse annunciate per nuovi diritti dei quali non si vede traccia nè gli effetti”.