CATANZARO. “Se il cambiamento tanto sbandierato viene espresso da ciò che abbiamo visto ieri in Consiglio regionale, allora la Calabria si rassegni: per i prossimi anni sarà gestita dalle logiche consociative e gattopardesche che hanno impedito alla nostra regione di percorrere la strada del cambiamento”. Lo afferma in una nota il coordinamento regionale di Forza Italia. Secondo l’organismo composto dalla coordinatrice Jole Santelli e dai vice Wanda Ferro, Nino Foti, Pino Galati e Roberto Occhiuto, “l’accordo sottobanco e trasversale tra Pd e Ncd certifica come l’unico “ideale” condiviso dal partito del governatore Oliverio e dalla stampella del governo Renzi sia quello della spartizione delle poltrone, in spregio alle più elementari regole della democrazia rappresentativa e del garbo istituzionale. La maggioranza, grazie al “soccorso rosso” prestato a Ncd da cinque suoi consiglieri, ha eletto due vicepresidenti: uno che le spettava; l’altro, figura prevista dallo Statuto proprio per garantire l’opposizione, lo ha scelto con una scorrettezza a proprio uso e consumo”. Per il coordinamento regionale di Forza Italia, “a uscire sconfitto dalla seduta di ieri non è certo chi ambiva a ricoprire un incarico in seno all’ufficio di presidenza, senza riuscirci a causa delle scorrettezze altrui. A uscire sconfitte sono le aspettative dei calabresi di un confronto trasparente in Consiglio regionale e, in definitiva, la democrazia stessa. Avevamo detto fin dall’inizio – prosegue la nota – che avremmo fatto opposizione in maniera aperta e responsabile, senza cercare accordi di sorta con chicchessia. Avevamo chiesto alla maggioranza di fare altrettanto ma dobbiamo prendere atto che così non è”. Quanto alle determinazioni assunte in aula dai consiglieri regionali, il coordinamento regionale di Forza Italia precisa che “è esercizio di democrazia e di rispetto dei ruoli il fatto che il partito non s’inserisca nelle vicende dei gruppi consiliari. La scelta dei componenti dell’ufficio di presidenza e dello stesso capogruppo, essendo direttamente legate al rapporto di fiducia che deve sussistere tra il gruppo e i suoi rappresentanti, non può essere ricondotta a una questione di “disciplina di partito”. Tutte le altre ricostruzioni o le attribuzioni di responsabilità – conclude la nota – non sono altro che il frutto della volontà di mistificare i fatti o di distogliere l’attenzione da quanto ieri è avvenuto a Palazzo Campanella”.