“Se il Paese è pronto a una vera riforma della giustizia? Oggi dico no, perché io ancora non l’ho vista. Sono abituato a dire quello che vedo e penso. A oggi con tristezza non vedo la volontà di fare una rivoluzione sul piano giudiziario e soprattutto legislativo”. Così il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri nel corso della presentazione del suo libro a Roma. “Se è la politica che non la vuole? Certo – ha aggiunto – La politica se volesse potrebbe fare questa rivoluzione e nell’arco di meno di dieci anni abbattere le mafie dell’80 per cento, nel rispetto della Costituzione, se il potere politico volesse creare un sistema giudiziario diverso proporzionato a questa realtà criminale”.
“Sono arrabbiato con la politica dall’estrema destra all’estrema sinistra – ha proseguito il magistrato – perché sto ancora aspettando un Governo e un Parlamento che stando col culo sulla sedia, scriva articolati di legge. Ci devono fare le leggi, io sono arrabbiato col potere politico che non ha alibi.&lrm Portiamo un articolato in Aula: poi vediamo chi sta da una parte o dall’altra… Nel 2014 – ha ricordato Gratteri – ho partecipato a una commissione per la riforma della giustizia e a Renzi chiesi di scegliere le persone e che la commissione fosse gratuita. Abbiamo modificato circa 200 articoli, un articolato di legge pronto per essere votato. Alla commissione dissi: modifichiamo l’ovvio per far funzionare il processo penale. Serve l’informatizzazione che abbatte tempi e costi. Non si parla di informatizzazione perché ne hanno paura. Che ci vuole a mettere una Pec per tutti i cittadini e risparmiamo milioni di euro? Invece abbiamo 4mila carabinieri che fanno ancora i messi notificatori”. Secondo Gratteri ben 10 mila uomini “fanno traduzioni e trasferimenti, e le carceri sono chiuse perché manca il personale. Questo giochino all’anno costa 70 milioni di euro. Sapete perché i processi si prescrivono? Perché se cambia un magistrato in un processo bisogna ricominciare tutto. Io – ha concluso – avevo proposto la videoregistrazione delle testimonianze”.