Il consigliere regionale Giuseppe Pedà, riaccende l’attenzione del dibattito politico sullo scalo “ Tito Minniti” di Reggio Calabria, riprendendo una battaglia avviata già nel 2016 con l’adesione al comitato cittadini attivi pro- aeroporto. “L’aeroporto di Reggio Calabria è una struttura che ha tutte le carte in regola per rappresentare il simbolo del rilancio e del riscatto economico di un territorio che non è circoscritto soltanto alla Provincia di Reggio Calabria ma che abbraccia e coinvolge tutta l’estrema punta meridionale della Calabria e buona parte della Sicilia – sottolinea Pedà – prendo atto dell’egregio lavoro portato avanti dal Commissario di Sacal Dr. Arturo De Felice che – congiuntamente allo stanziamento di 25 milioni di euro previsti dalla Commissione Bilancio della Camera e fortemente voluti dall’on. Francesco Cannizzaro, finalizzati all’efficientamento strutturale del terminal- fa sperare in una prospettiva di rilancio per una struttura che ha in sé potenzialità enormi in termini di ricchezza per la Regione Calabria. La consapevolezza di un rapporto imprescindibile fra infrastrutture aeree ed economia del territorio – motivazione che ha portato alla nascita del comitato cittadini attivi pro- aeroporto – ci ricorda che la funzionalità di uno scalo non può dissociarsi dalla interazione con la linea ferrata e gommata e dalla necessaria previsione di infrastrutture dei trasporti nell’intera provincia reggina che garantiscano un adeguato e costante collegamento tra le aree ionica e tirrenica con la città di Reggio Calabria attraverso l’aumento dell’offerta di treni e navette da e per l’aeroporto- rileva ancora il consigliere regionale- l’intera Provincia deve essere collegata in maniera ottimale all’aeroporto e, ovviamente, tali canali devono estendersi anche alla Sicilia: pensiamo alla possibilità dei fruitori provenienti dalla Sicilia di ottenere una agevolazione “ temporale” un “fast track” nel raggiungimento dello scalo reggino, attraverso la previsione di una via di accesso veloce sulle navi traghetto limitata ai possessori di carta di imbarco dello scalo del Tito Minniti”.