REGGIO CALABRIA. I vescovi calabresi, in un documento diffuso dopo i lavori della Conferenza episcopale, manifestano “una profonda preoccupazione” per i processi di “regionalismo differenziato” in atto. “Forte – scrivono – è il timore che alla legittima autonomia dei territori si possa pervenire ad incrinare il principio intangibile dell’unità dello Stato e della solidarietà, generando dinamiche che andrebbero ad accrescere il forte divario già esistente tra le diverse aree del Paese, in particolare tra il Sud ed il Nord”. Da qui “l’auspicio di una più serena riflessione sulla questione non solo della politica, ma anche delle Università, nell’ottica di una prospettiva di sviluppo unitario che riduca le storiche differenze consolidatesi nel tempo”. La Chiesa calabrese, inoltre, è preoccupata per la situazione sociale della regione. Don Nino Pangallo, responsabile della Caritas regionale e della sua commissione, nell’annunciare alcune iniziative riguardo al progetto “Costruiamo Speranza”, in occasione della riunione della Conferenza episcopale calabra, ha presentato una riflessione su Welfare, servizi e povertà in Calabria. “È emersa – si legge nel documento diffuso al termine dei lavori – la denuncia di un welfare calabrese generatore di povertà, in cui la persona con le sue esigenze primarie merita attenzione particolare e specifica proprio dagli organismi istituzionali, in primis a livello regionale”. Infine i vescovi calabresi, “con riferimento al tema dell’accoglienza, nel rispetto delle indagini in corso della magistratura e senza voler con ciò esprimere giudizi sulla posizione dei singoli e sulle loro ipotizzate responsabilità”, ritengono “di non poter esimersi dal rilevare e sottolineare con amarezza la retrocessione del dovere di accoglienza ed ospitalità a mera questione burocratica, privata così di rilevanza e perfino della sua intangibile carica valoriale”.