Sono trascorsi 34 anni dall’uccisione del brigadiere dei Carabinieri Carmine Tripodi, medaglia d’oro al valor militare, con la resa degli onori e la deposizione di una corona presso il monumento in memoria della vittima. Alle 21 del 6 febbraio 1985, mentre si stava recando a bordo della sua autovettura nella caserma della compagnia Carabinieri di Bianco quando, giunto in località Cucuzza di San Luca, subì un agguato ad opera di tre malviventi che, dopo aver bloccato il passaggio del mezzo, esplosero contro l’auto numerosi colpi di lupara, attingendo mortalmente il militare e dileguandosi. Seppur ferito a morte, il sottufficiale reagì esplodendo alcuni colpi con la sua arma, ferendo almeno uno dei malviventi in fuga, per poi accasciarsi esanime all’interno della sua vettura. Oggi, alle ore 10.30, in località Ponte Cucuzza di San Luca, avrà luogo la commemorazione, Alle ore 11, nella chiesa Santa Maria della Pietà di San Luca, la funzione religiosa officiata da Mons. Francesco Oliva, vescovo della diocesi di Locri-Gerace, alla presenza delle autorità civili, miliari e giudiziarie del distretto reggino e del circondario di Locri. A seguire, alle ore 11,45, la deposizione di una corona presso il monumento dedicato alla vittima, nell’omonima piazza di San Luca. Carmine Tripodi nacque a Torre Orsaia (SA) il 14 maggio 1960. Arruolato nell’Arma dei Carabinieri il 14 luglio 1977, prestò servizio presso la Compagnia di Bianco, la Squadriglia Carabinieri di Motticella e, da ultimo, dall’8 gennaio 1982, al comando della Stazione Carabinieri di San Luca. Fu fortemente impegnato ad arginare l’ondata dei sequestri di persona sui crinali dell’Aspromonte, riuscendo ad assicurare alla giustizia i rapitori dell’ingegnere napoletano Carlo De Feo, tenuto prigioniero per 395 giorni sulle montagne reggine. Il 5 giugno 1986, in occasione della Festa dell’Arma dei Carabinieri celebrata in Roma, il Presidente della Repubblica ha conferito alla memoria del Brigadiere Carmine Tripodi la “Medaglia d’Oro al Valor Militare” con la seguente motivazione: “Comandante di Stazione distaccata, già distintosi in precedenti operazioni di servizio contro agguerrite cosche mafiose, conduceva prolungate, complesse e rischiose indagini che portavano all’arresto di numerosi temibili associati ad organizzazioni criminose, responsabili di gravissimi delitti. Fatto segno a colpi di fucile da parte di almeno tre malviventi, sebbene mortalmente ferito, trovava la forza di reagire al proditorio agguato riuscendo a colpirne uno, dileguatosi poi con i complici. Esempio di elette virtù militari e di dedizione al servizio spinto fino al sacrificio della vita”.