Caterina de Julianis, notoriamente conosciuta come celebre ceroplasta del Settecento, ha ideato quattro opere d’arte che sono attualmente nella Basilica dell’Immacolata a Catanzaro. L’esposizione, meglio riconosciuta come ostentazione, secondo il curatore e responsabile della Fondazione Sgarbi, Stefano Morelli, e’ un richiamo alla collettività, per raccogliere i fondi necessari alla restaurazione delle opere. Lo staff di Concentrica composto da Stefano Morelli, Vincenzo Costantino e Oriana Tavano, con la partecipazione del FAI, del Circolo Placanica, dell’Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace e dell’Ufficio Beni culturali- ecclesiastici ha organizzato una visita guidata presso la Basilica dell’Immacolata per ammirare le opere dell’artista. Un evento di straordinaria importanza culturale per la valorizzazione del patrimonio artistico calabrese. Ma c’è dell’altro. Far rivivere l’arte significa potenziare la sua originalità, ripulire i dettagli che, nel tempo, hanno perso la loro lucentezza, ma non il loro antico splendore. Le opere, infatti, necessitano di un appropriato restauro per lasciare emergere il loro valore e bellezza. Le cere esposte presso la Basilica dell’Immacolata sono: i due episodi della vita di Cristo neonato, l’Adorazione dei magi, l’Adorazione dei pastori, l’Andata al sepolcro del Cristo morto e il Memento Mori. Ogni opera ha una sua particolarità, come i brillanti al posto degli occhi dei personaggi e la varietà di materiale utilizzato per realizzarle. La specificità e la cura per i dettagli di Caterina de Julianis emergono da subito ed è possibile cogliere il suo innato talento artistico. Nota per la sua passione verso il macabro, l’artista è la prima artefice dei cimiteri sotterranei. Una personalità interessante, misteriosa, che risente dell’influenza dell’artista Gaetano Giulio Zumbo. Due figure differenti, ma con la stessa passione per l’arte e per la tecnica utilizzata. L’originalità della de Julianis consiste nell’esaltare le idilliache scene delle Adorazioni, in cui la vegetazione ha un ruolo preponderante. L’artista propone una varietà di temi che spaziano dalla contingenza umana e caducità del tempo, alla sacralità e trascendenza, soprattutto nelle Adorazioni. La femminilità e la dolcezza dei soggetti emergono nelle opere della de Julianis, oltre alla ricchezza e alla regalità dei costumi dei personaggi e della vegetazione. Non poteva certo mancare il parere autorevole di Vittorio Sgarbi, che, recensendo le opere, ha espresso il desiderio di valorizzarle soprattutto oggi, limitando i danni del tempo: “Anche oggi le cere della de Julianis chiedono ammirazione e di essere rivelate ai cittadini di Catanzaro, chiedono di poter continuare a vivere. Perché la meraviglia non abbia fine”.
Matilde Altomare