CATANZARO. “Nel leggere la nota che il Presidente di Fincalabra Carmelo Salvino ha affidato alla stampa in risposta al comunicato delle rappresentanze sindacali First/Cisl, Fisac/Cgil, Uilca/Uil del 13 marzo si rimane basiti e sconcertati”. Lo affermano in un comunicato se segreterie regionali e le segreterie di Coordinamento Aziendale First Cisl, Fisac Cgil, Uil.Ca Uil. “Per i sindacati “è raro, anzi, non è mai successo, che il Presidente di un’Azienda, attacchi così i propri lavoratori e non eventualmente i sindacati quale naturale controparte. Sindacati che due giorni prima si erano visti costretti a dichiarare lo stato di agitazione a seguito dell’ennesima richiesta di sacrifici per i lavoratori ed al rifiuto dell’Azienda ad avviare un confronto serio a 360 gradi sulle tematiche dei costi e della gestione aziendale. Ma oramai è di moda trovare facili colpevoli a parziale o totale giustificazione delle proprie mancanze o malefatte”. Nella nota i sindacati chiariscono che “non è funzione dei sindacati difendere l’onorabilità di presidenti e datori di lavoro dagli attacchi della stampa. Infatti i ripetuti articoli a cui fa riferimento l’ing. Salvino, erano indirizzati alla Politica Regionale, al Consiglio di Amministrazione ed al management di Fincalabra cui, ne siamo certi, non mancano, ove ne avessero l’intenzione, i mezzi e le risorse per potersi difendere nelle sedi opportune. First/Cisl, Fisac/Cgil, Uilca/Uil concordano insieme agli stessi lavoratori, che Fincalabra abbia bisogno di maggiore efficienza e minori sprechi ed abbiamo da anni proposto inutilmente un serio e costruttivo confronto su questi temi. Ma se si devono affrontare dei sacrifici economici si cominci dal Cda, composto dal Presidente e da due consiglieri, che di soli compensi costa ben 152.000 euro oltre i rimborsi spese che, pare, raggiungano cifre ragguardevoli. La stragrande maggioranza dei lavoratori di Fincalabra, provenienti da Calabria IT, già Sviluppo Italia e poi Sviluppo Calabria, dopo anni di logorante vertenza per salvaguardare il posto di lavoro, stanno subendo un taglio dello stipendio del 30% ed alcuni istituti della contrattazione di secondo livello non sono altro che il frutto del confronto sindacale sul contratto precedente o il frutto di quella rinuncia”.