“Il mio auspicio è che ci sia giustizia”. Lo ha detto Domenico Lucano, sindaco sospeso di Riace ad una trasmissione radiofonica dopo che sono state rese note le motivazioni della Cassazione relative all’udienza che lo scorso 26 febbraio si è conclusa con l’annullamento con rinvio del divieto di dimora a Riace, la cittadina calabrese diventata un simbolo per l’accoglienza dei migranti. “Ora mi aspetto con tutto il cuore che il divieto di dimora possa cadere”, ha aggiunto. “Su questo confido – ha aggiunto Lucano – perché non era veramente possibile il discorso del favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Ho dedicato grande parte della mia vita, almeno negli ultimi anni, alla causa degli ultimi perché spontaneamente da quando, e non ero nemmeno sindaco, è arrivato un veliero sulla costa, mi sono adoperato. Non avevo un secondo fine. Questo è stato un fatto fantastico per Riace e per i centri dell’interno che non hanno delle prospettive per il futuro. Ora mi aspetto con tutto il cuore che il divieto di dimora possa cadere”. “Noi, e quando dico noi mi riferisco ai miei avvocati, ci difendiamo nel processo e non dal processo. Per cui io sono un ultimo, sono debole. Lui, Salvini, così forte ha avuto paura di farsi processare sul caso Diciotti”, ha detto ancora Lucano rispondendo ad una domanda sulle posizioni espresse nei suoi confronti dal Ministro dell’Interno Matteo Salvini. “In Tribunale a Locri – ha aggiunto Lucano – c’erano avvocati del Viminale. A me non interessa molto la battaglia sulla denigrazione e le cattiverie che forse interessa a Salvini e alla sua parte politica. Confermo: come fa un cristiano a votare per Salvini? In questi mesi, infatti, quelli che hanno supportato me e l’esperienza di Riace sono stati i missionari comboniani, i francescani mi hanno invitato ad Assisi. E’ strana questa convergenza di Salvini perché i valori del Cristianesimo sono antitetici a quelli dell’attuale ministro dell’Interno e a quello che politicamente rappresenta. Lo ribadisco più convinto di prima”.