CATANZARO. “Mi candido alla presidenza della Repubblica”. A lanciare la provocazione, con una lettera indirizzata alle alte cariche istituzionali e ai grandi elettori, è Franco Maccari, segretario generale del sindacato indipendente di polizia Coisp. “In questi giorni – scrive – si è letto di innumerevoli possibili candidati, ma soprattutto del fatto che non ve n’è uno che possa costituire un compromesso che vada suppergiù bene a tutte le forze politiche. Io invece credo serva un nome che vada controcorrente e che sappia incarnare la richiesta degli italiani al diritto alla sicurezza, alla certezza delle leggi e della pena”. “Se “il pesce puzza dalla testa” – prosegue la lettera – allora cambiamo, sul serio, questa indolente rassegnazione al tanto peggio, tanto meglio che ispira la continua depenalizzazione dei reati che trasforma ogni cittadino onesto in una sicura vittima dell’impunità dei criminali. Diamo a questo Paese una nuova immagine piuttosto che la solita che lo vede indolente alle regole ed alle inutili farraginose leggi che nessuno riesce a rispettare, nè spesso nemmeno a capire”. Secondo Maccari, “il nuovo Presidente della Repubblica deve saper restituire qualche garanzia agli italiani onesti che le loro tasse servano alle opere pubbliche e non ad ingrassare i corrotti ed i corruttori. Iniziamo a pensare a ciò che serve per realizzare una minima equità sociale. Ebbene, ho compiuto cinquanta anni di età e godo dei diritti civili e politici ? quindi io mi candido ad essere il prossimo presidente della repubblica. Probabilmente non mi voterà nessuno di Voi, – prosegue – ma a me è sufficiente che queste poche righe Vi servano, nel mentre vi appresterete ad eleggere il Presidente della Repubblica, a capire o a ricordarvi che è necessario che tale “nuovo” Presidente deve essere una persona che non potrà continuare ad ignorare lo scollamento sociale, i conflitti di piazza e la sempre crescente necessità di scegliere tra essere un Paese democratico dove esistono regole ed un Paese dove vige una dittatura dell’impunità, servita ed asservita ad un gruppo che non vive i problemi quotidiani dei cittadini seppur siede lì dove le leggi andrebbero pensate in nome e per conto del popolo italiano. Parafrasando Giovanni Falcone?la forza delle nostre idee, prima o poi, camminerà con le gambe del Presidente. Solo allora, – conclude – sarà il vero garante della Costituzione e dei principi di equità che sono la base della democrazia”.