“La magistratura non deve fare politica”. Lo ha detto Vittorio Sgarbi, presente al Salone del libro di Torino, dopo aver presenziato la presentazione del libro di Franco Corbelli “La favola del piccolo Cisse”. “Nel caso di Lucano – ha detto l’ex parlamentare e noto critico d’arte – l’ha fatta. Ha interpretato quel progetto, che può anche avere dei difetti che vanno emendati, come un progetto criminale. Alla fine – ha aggiunto Sgarbi – questo è servito sostanzialmente da una parte a creare un mito di Lucano che è positivo e, dell’altra, pone il grave problema dell’ingerenza dell’attività giudiziaria nell’attività politica. Anche la sospensione del presidente della Regione Mario Oliverio è insensata. Possibile che la Calabria debba vivere nell’incubo della violenza della criminalità e della violenza dello Stato che, per punire la criminalità punisce la politica? La politica avrà delle responsabilità ma o c’è la volontà criminale di fare affari o non si può sospendere un presidente di Regione confinandolo a San Giovanni in Fiore. Ma che roba è? Con Lucano prima lo arrestano poi si accorgono che l’arresto era sbagliato e gli impongono di stare lontano da Riace. Sono delle misure fasciste in cui l’attività giudiziaria diventa azione politica intollerabile E nella Calabria peggio che altrove. Se lo hanno fatto anche con me. Se io mi fossi candidato a Reggio Emilia non avrei mai ricevuto ben due avvisi di garanzia. La magistratura va rispettata se rispetta la politica e la divisione dei poteri, non se pensa di poter agire in nome di una morale assoluta. Il caso Lucano è anche questo: un giudizio penale che insiste contro un progetto politico”.