CATANZARO. È destinata ad allargarsi ed a coinvolgere nuovi personaggi l’inchiesta contro la cosca di ‘ndrangheta guidata da Nicolino Grande Aracri. Mercoledì, la Direzione distrettuale di Catanzaro ha emesso 37 provvedimenti di fermo, ma si tratta solo di una parte delle persone coinvolte. Nell’ordinanza, infatti, emerge un quadro ben più complesso e corposo dell’attività investigativa portata avanti dai Carabinieri di Crotone. Nomi, episodi, singoli reati ricostruiti grazie a innumerevoli intercettazioni, riprese video, appostamenti e controlli. Intanto, toccherà al giudice per le indagini preliminari del tribunale di Catanzaro pronunciarsi sul provvedimento di fermo. Estorsioni, usura, omicidi, tutto è ricostruito nei minimi dettagli, evidenziando soprattutto gli interessi della cosca che voleva conquistare buona parte della Calabria con la costituzione di una “provincia”, ma che era già riuscita a radicarsi nel Nord Italia e a ramificarsi anche all’estero. Nel procedimento sono finite anche le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia. Si tratta di Angelo Salvatore Cortese, Vincenzo Marino e Giuseppe Vrenna, ma anche il boss pentito di Lamezia Terme, Giuseppe Giampà, ha confermato alcune tesi investigative.