La ‘ndrangheta è riuscita a radicarsi in maniera compiuta nel tessuto economico dell’Umbria, investendo ingenti somme di denaro, puntando anche al condizionamento della pubblica amministrazione e gestendo lo spaccio di droga e le estorsioni. Una vera e propria filiale che dalla Calabria è stata allestita e Perugia e nell’hinterland. E’ questo lo spaccato che emerge dall’operazione “Infection” e “Core Business” portate a termine dalla Polizia di Stato attraverso il coordinamento delle Direzioni distrettuali antimafia di Catanzaro e Reggio Calabria, con l’impegno delle Squadre Mobili di Catanzaro, Reggio Calabria e Perugia, e del Servizio centrale operativo. L’indagine ha portato all’emissione di 27 ordinanze di custodia cautelare, quattro per Reggio Calabria e il resto per Catanzaro (tre sono agli arresti domiciliari), con 51 indagati in tutto e il sequestro di beni per un valore di circa dieci milioni di euro. Al centro delle indagini le cosche Trapasso e Mannolo di San Leonardo di Cutro (Crotone) e Commisso di Siderno (Regio Calabria). I reati contestati sono, a vario titolo, di associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e occultamento di armi clandestine, minacce, violenza privata, associazione a delinquere finalizzata alla consumazione di una serie di reati di natura contabile o economico-finanziaria strumentali alla realizzazione sistematica di frodi in danno del sistema bancario. La figura centrale è quella di Cosimo Commisso, alias “U guagghia”, uscito dal carcere lo scorso mese di gennaio. Sarebbe stato lui a gestire gli affari dell’organizzazione mafiosa in Umbria, diventando un vero e proprio punto di riferimento non solo per le cosche, ma anche per professionisti e cittadini che si rivolgevano alla mafia calabrese per superare problemi.
Ventisette le persone raggiunte da provvedimento cautelare
Sono 27 le persone raggiunte da un provvedimento cautelare nell’ambito delle operazioni “Infection” e “Core Business”, condotte da Polizia di Stato contro gli affari della ‘ndrangheta in Umbria. Complessivamente 51 i nomi finiti sul registro degli indagati. La custodia cautelare in carcere è stata disposta dal giudice per le indagini preliminari di Catanzaro, Paola Ciriaco, nei confronti di: Giuseppe Benincasa, 66 anni, nato a Cerenzia (Kr) e residente a Perugia; Calli Illirjan 42, albanese domiciliato a Umbertide (Pg); Arapi Scherif, 29, albanese residente a Bastia Umbra; Mario Cicerone, 62, residente a Rieti; Fabrizio Conti, 45, residente a Perugia; Mario De Bonis, 60, residente a Roma; Antonio De Franco, 53, nato a Cirò Marina (Kr) e residente ad Assisi; Mario Falcone, 65, di San Leonardo di Cutro; Luigi Giappichini, 47, residente a Perugia; Giuseppe Mannolo, 26, residente a Cutro; Pasquale Nicola Profiti, 55, nato a Vibo Valentia e domiciliato a Monza; Antonio Ribecco, 58, nato a Cutro e residente a Perugia; Francesco Ribecco, 53, nato a Cutro e residente a Suzzana (Mn); Natale Ribecco, 30, nato a Catanzaro e residente a Perugia; Francesco Procopio, 51, residente a Fieri di Belcastro; Giovanni Rizzuti, 45, di Petronà; Emiliano Regni, 31, di Perugia; Pietro Scerbo, 62, di San Leonardo di Cutro; Francesco Valentini, 44, residente a Cannara (Pg); Leonardo Zoffreo, 49, di Cutro. Agli arresti domiciliari: Antonio Costantino, 37, di Isola Capo Rizzuto; Giuseppe Costantino, 42, di Isola Capo Rizzuto, ed Emanuele Regni, 40, di Perugia. Il Gip della Procura di Reggio Calabria ha, invece, disposto il carcere nei confronti di Cosimo Commisso, ; Francesco Commisso; Antonio Rodà; Giuseppe Minnici. Le indagini sono state seguite dalle Procure distrettuali di Catanzaro e Reggio Calabria.
redazione@giornaledicalabria.it