La Cia-Agricoltori Italiani della Calabria, in vista delle elezioni regionali che si terranno il 26 Gennaio, propone alle forze politiche e ai candidati un documento sui bisogni degli imprenditori agricoli e delle loro famiglie. “Cia-Agricoltori Italiani, anche attraverso il più vasto raggruppamento di Agrinsieme, si è sempre confrontata – si legge in una nota – con l’amministrazione regionale per tutelare le imprese agricole e renderle competitive sui mercati interni ed internazionali e, seppur nel contesto estremamente difficile che caratterizza il settore primario, ha contribuito alla crescita dell’agricoltura della Calabria. Come organizzazione – si legge – abbiamo contribuito alla stesura del Piano di Sviluppo Rurale 2014-2020, seppure talune nostre azioni non sono state pienamente condivise dall’amministrazione uscente”. Secondo la Cia “gli ultimi anni hanno evidenziato le difficoltà ad uscire dalla crisi che ha colpito pesantemente l’economia del nostro Paese che si è riversata anche sull’agricoltura nazionale anche se, quella calabrese, in controtendenza, ha visto crescere volumi e tenere stabili gli occupati. Il comparto agricolo, però, a causa del perdurare di prezzi tra i più bassi degli ultimi vent’anni, ha avuto un crollo generale del valore aggiunto. A questo si è sommato, negativamente, un aumento rilevante dei costi produttivi, contributivi e burocratici. Tutto ciò – si legge – ha determinato da un lato una caduta libera dei redditi degli agricoltori, e dall’altro un aumento dell’indebitamento delle imprese agricole e la messa in crisi di molte imprese e filiere produttive, il tutto mitigato dagli effetti della Politica Agricola Comune, le cui risorse da aggiuntive si sono trasformate in sostitutive. Tuttavia, in questo contesto di crisi il settore agro-alimentare è stato capace nella nostra regione, nonostante una situazione generale sfavorevole, di assicurare occupazione e produzione in tutto il vasto e complesso sistema, incluso l’indotto. Lo andiamo dicendo da tempo, il settore agroalimentare – continua la Cia – deve proseguire nel percorso di riorganizzazione intrapreso per guardare al futuro con maggiore solidità. Nell’agricoltura da reddito, competitiva e globale dei prossimi anni, non vi sarà posto per tutti i produttori che oggi vi operano. La concentrazione delle imprese, spinta dalla spasmodica concorrenzialità su vasta scala, porterà ad una ristrutturazione dell’offerta agro–alimentare e conseguentemente delle imprese produttive”.
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