La politica regionale fa “dietrofront” sulla vicenda dei vitalizi per i consiglieri decaduti, avviandosi
a sanare il “vulnus” del contestato provvedimento nel Consiglio regionale già convocato, in seduta straordinaria, per mercoledì 3 giugno. Sono infatti, a tutt’oggi, ben 5 le proposte di legge presentate per abrogare l’ormai famigerata legge regionale numero 5, approvata dall’Assemblea calabrese il 26 maggio, che in pratica prevede la possibilità, per i consiglieri regionali decaduti per motivi vari, di avere un vitalizio dopo aver versato i contributi al Consiglio regionale. Il via libera a questo testo ha scatenato in questi giorni un’autentica bufera politica, che ha riguardato sia il contenuto del provvedimento, sia la sua evidente inopportunità nell’attuale contesto di crisi economica sprigionata dal Covid-19 e sia le modalità con le quali la norma in favore del vitalizio per i consiglieri regionali decaduti era stata varata, senza dibattito e in pochi minuti, in coda a un Consiglio regionale “fiume” dedicato al programma di governo del presidente della Regione e all’emergenza coronavirus. Il coro di aspre critiche che ha letteralmente travolto la politica calabrese, di centrodestra e di centrosinistra, ha di fatto indotto il presidente del Consiglio regionale, Domenico Tallini, a convocare d’urgenza e in via
straordinaria una nuova seduta ed esponenti sia della maggioranza sia della minoranza a fare una
“marcia indietro” per certi versi clamorosa e quasi inedita, presentando proposte di legge tese
a cancellare il vitalizio per i consiglieri decaduti. Dopo la proposta di legge dello stesso Tallini, che
sarà all’ordine del giorno della seduta consiliare di domani, e dei consiglieri regionali Graziano Di
Natale (“Io Resto in Calabria”) e Francesco Pitaro (Misto), a presentare ieri un altro testo abrogativo
della legge regionale numero 5 sono stati anche il capogruppo dell’Udc, Giuseppe Graziano, e i consiglieri regionali della Lega Tilde Minasi e Piero Molinaro.
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