CARIATI(CS)/ Spacciavano droga davanti alle scuole medie ed elementari, e, attraverso una capillare rete di smercio, portavano gli stupefacenti a clienti giovanissimi, anche minorenni. Questa mattina, a Cariati (Cs), i carabinieri del comando provinciale di Cosenza, con il supporto dei colleghi delle Compagnie di Genova-Sampierdarena e San Severo, e con l’ausilio dello Squadrone Cacciatori Carabinieri “Calabria” e del Nucleo cinofili di Vibo Valentia, hanno condotto un’operazione antidroga, eseguendo un’ordinanza dispositiva di misure cautelari nei confronti di quattro persone – una donna, che era al centro di un’organizzazione, e tre uomini – indagate in ordine al reato di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.
La donna e uno degli indagati sono finiti in carcere, mentre per altre due persone, marito e figlio della donna, è stato disposto il divieto di dimora nelle province di Cosenza e Crotone. Il provvedimento, emesso dal Gip presso il Tribunale di Castrovillari, è l’epilogo di indagini condotte dai militari del Comando Stazione Carabinieri di Cariati, coordinati dal sostituto procuratore della Repubblica, Mauro Gallone, e diretti dal Procuratore della Repubblica facente funzione, Simona Manera.
Le attività investigative, avviate intorno al mese di marzo dello scorso anno a seguito di alcune segnalazioni giunte da genitori che avevano notato strani movimenti nei pressi degli istituti scolastici cariatesi, hanno consentito di effettuare alcuni riscontri segnalando alla Prefettura di Cosenza alcuni assuntori. Gli sviluppi investigativi hanno consentito di ricostruire un rodato sistema di spaccio di sostanza stupefacente, per lo più marijuana (ma nel corso delle attività di indagine sono stati effettuati sequestri di modiche quantità di cocaina) nonché una intensa attività operata dagli indagati, gravitante intorno ai due arrestati, i quali gestivano da un lato una fitta ed ampia rete di spaccio che giungeva ad abbracciare soggetti residenti anche in comuni limitrofi, come Mandatoriccio e Crucoli, dall’altro un’intensa attività di spaccio locale, grazie alla complicità del marito e del figlio della donna, oggi sottoposti alla misura cautelare del divieto di dimora.
Più in dettaglio, dalle videocamere installate nei pressi delle abitazioni e dalle conversazioni captate nel corso delle attività tecniche è stato possibile svelare come i due arrestati, veri e propri “poli di spaccio”, non entrassero in conflitto tra loro, ma fossero in piena sinergia, tanto che in alcuni casi sono stati registrati scambi di clientela allorquando la sostanza stupefacente in possesso dell’uno e dell’altra non fosse di immediata disponibilità. E’ stata individuata di fatto una capillare attività di cessione di stupefacenti, posta in essere con continuità e sistematicità, a qualsiasi ora del giorno al fine di soddisfare le esigenze dei numerosi assuntori.
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