Assoluzione “per essere rimasto escluso l’addebito”. Questa la sentenza pronunciata oggi dalla disciplinare del Csm nei confronti del giudice della sezione lavoro della Corte d’appello di Catanzaro Emilio Sirianni, ‘accusato’ dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede di aver assunto il ruolo di “permanente ‘consiliori'” dell’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano sottoposto a procedimento penale.
La procura generale della Cassazione – titolare, assieme al Guardasigilli, dell’azione disciplinare – aveva concluso la sua istruttoria sul caso formulando la richiesta di non luogo a procedere, ma il ministro era intervenuto sollecitando invece la fissazione dell’udienza disciplinare a Palazzo dei Marescialli. In particolare, a Sirianni veniva contestato di aver posto in essere “una attività idonea a recare pregiudizio all’assolvimento dei doveri generali di riserbo, equilibrio e correttezza”, aiutando Lucano a “redigere atti amministrativi”. Inoltre, il giudice, si legge nel capo di incolpazione, “si confrontava costantemente con Lucano sulle indagini penali in corso, fornendo consigli e suggerimenti” sulla “strategia difensiva” e sul “tenore delle dichiarazioni da rendere in procura”, e “predisponeva comunicati di solidarietà” all’allora sindaco di Riace.
Durante l’udienza svolta stamane, la procura generale della Cassazione ha sollecitato l’assoluzione di Sirianni “per essere rimasto escluso l’addebito”, richiesta che è stata accolta dal ‘tribunale delle toghe’.
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