Il Tribunale di Catanzaro, prima sezione civile, ha rigettato il ricorso proposto da Enrico De Caro, candidato nella lista di Fratelli d’Italia nella circuizione nord alle scorse elezioni regionali, nei confronti di Luca Morrone, risultato eletto per Fdi. Morrone, quindi, resta in Consiglio regionale, dove ricopre la carica di vicepresidente. Nel suo ricorso, De Caro aveva sostenuto che Morrone fosse ineleggibile perché “aveva ricoperto la carica di presidente del Cda della società ‘Villa Sorriso Srl’ dal 20 aprile 2018 al 20 dicembre 2019 e di consigliere di amministrazione della società ‘San Bartolo Srl’ dal 20 giugno 2017 al 18 dicembre 2019 e che queste società erano autorizzate, accreditate e contrattualizzate con la Regione Calabria e l’Asp di Cosenza”, osservando che le successive dimissioni da questi incarichi da parte di Morrone “non erano idonee a rimuovere la causa di ineleggibilità”.
Tesi però non accolte dal Tribunale di Catanzaro, per il quale “dalla documentazione allegata risulta che Morrone ha presentato lettera di dimissioni dalla carica di presidente e consigliere del consiglio di amministrazione della società ‘Villa Sorriso srl’ in data 5 dicembre 2019 e dalla carica di consigliere di amministrazione della ‘San Barolo srl’ in data 12 dicembre 2019 e che le predette dimissioni sono state comunicate all’Ufficio registro imprese di Cosenza in data 13 dicembre 2019. Le variazioni, inoltre, sarebbero state iscritte presso la Camera di Commercio di Cosenza il 18 dicembre 2019 e il 20 dicembre 2019”. Di conseguenza – sostiene il Tribunale di Catanzaro – “si può agevolmente inferire che Luca Morrone abbia adempiuto ai propri obblighi di comunicazione entro il termine massimo previsto dalla legge, ovvero la data del 28 dicembre 2019 fissata per la presentazione delle candidature”. Secondo il Tribunale, poi, non vi sarebbe un “rapporto di dipendenza” fra le società e la Regione Calabria, poiché queste non solo “non risultano essere compartecipate dalla Regione” ma “in virtù dell’accreditamento risultano essere sottoposte a un controllo che non investe la gestione né le scelte societarie stricto sensu intese, né potrebbe essere altrimenti, come correttamente evidenziato dalla Regione stessa. I contratti per le prestazioni da erogare, le modalità delle prestazioni sanitarie e sociosanitarie, nonché quelle di fatturazione e di liquidazione sono conclusi tra l’Asp e le strutture sanitarie private. Una volta ritenuto inesistente il rapporto di dipendenza fra le società di capitali in esame e la Regione Calabria, può rilevarsi, ad abundantiam, la regolarità delle dimissioni, rassegnate dal resistente Luca Morrone”.