“Le motivazioni per cui l’ipotesi di un tunnel fu a suo tempo, 20 anni fa, accantonata rispetto al ponte, ovvero la zona altamente sismica e il problema delle correnti marine molto forti, restano tutt’oggi”. Lo spiega il presidente del Consiglio nazionale degli ingegneri Armando Zambrano interpellato sull’ipotesi di un tunnel nello Stretto di Messina. “Inoltre le difficoltà di questo tunnel sono enormemente diverse da altre situazioni come la Manica”: l’opera sarebbe infatti “molto più complessa” perché bisogna “scendere a profondità maggiori”, spiega Zambrano. Un ponte o un tunnel purché si faccia. Lo afferma all’Agi Rino La Mendola, vicepresidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori in merito alla proposta lanciata ieri dal premier Giuseppe Conte. “Al momento una posizione ufficiale degli architetti non c’è, tuttavia, evidenzia La Mendola, “non posso non manifestare la mia perplessità che se ne parli ora dopo aver speso 320 milioni di euro di soldi dei contribuenti” per gli studi di fattibilità sul ponte, “dopo una discussione che dura da decine di anni e più di 30 governi”. “Conte e i suoi ministri continuano a fare sparate sul Ponte sullo Stretto per millantare un progetto di sviluppo del Sud che non esiste. Ma i meridionali sono stremati da decenni di abbandono e ne hanno abbastanza di prese in giro. Invece che farci lezioni di ingegneria su tunnel e ponti, Conte spieghi ai calabresi e ai siciliani come intende finanziare e realizzare questa opera fondamentale”, taglia corte l’eurodeputato della Lega Vincenzo Sofo commentando le dichiarazioni del Premier.