Con una lettera inviata al Presidente della Giunta Regionale della Calabria, all’Assessore Regionale Ambiente e al Presidente ANCI Calabria. Nella mia qualità di Vicario ATO 1 Cosenza e consigliere nazionale ANCI, si è precisato quanto segue:
L’Italia, pur essendo un paese europeo con tasso di circolarità superiore alla media europea, nel settore dei rifiuti, presenta oggi criticità infrastrutturali nel mezzogiorno d’Italia, in particolare la normativa e la difficoltà per l’ubicazione dell’impiantistica pubblica, rischiano di estendere a territori più ampi le continue e ripetute fasi emergenziali che già si registrano in un settore fondamentale per la vita dei cittadini, la tutela dell’ambiente e la competitività del sistema economico territoriale. L’Italia inoltre, appare nettamente spaccata in due. Alle buone pratiche di molte regioni del Nord con alti risultati di recupero e riutilizzo dei materiali riciclati, minimo ricorso alle discariche e impianti efficienti per il recupero di energia e calore, al contrario corrisponde al centro e soprattutto al Sud una situazione totalmente deficitaria su tutta la filiera, con costi elevati per chi usufruisce del servizio, a fronte di servizi di bassa qualità. Un evidente paradosso, soltanto apparente, che rappresenta un esempio da letteratura del “costo del non fare “ a danno dei consumatori . Gli Scarti che non si sa più dove conferire a causa di un sistema impiantistico pubblico assai carente e lacunoso hanno determinato l’implosione del sistema . La verità è una sola: in Calabria il ciclo dei rifiuti non è proprio gestito, non c’è programmazione e si lavora sulle emergenze. Il sistema di gestione dei rifiuti urbani in Calabria non funziona. Per questi motivi, per superare le criticità evidenziate ed impostare le politiche per il raggiungimento degli obiettivi del pacchetto europeo per l’economia circolare (2020-2030), occorre un importante lavoro che coinvolga tutti gli attori: le cinque ATO della Regione Calabria, ANCI Calabria e i consorzi di filiera pubblici e società a partecipazione interamente pubblica. I Comuni, erano e sono portatori di interessi relativi alla salvaguardia del territorio e di contenimento dell’inquinamento. Per questo serve, oltre ad una chiara strategia, anche una cabina di regia istituzionale, all’interno dell’organismo deputato allo sviluppo delle politiche ambientali , ricomprese nel green new deal, in coordinamento anche con le Regioni del mezzogiorno d’Italia e con il coinvolgimento della filiera pubblica. I rifiuti e l’economia circolare, rappresentano prima di tutto un’opportunità industriale e di sviluppo sostenibile delle economie territoriali, con conseguente creazione di nuove professionalità e crescita occupazionale.