Riceviamo e pubblichiamo nota stampa di associazione Mediass Medici di famiglia:
“C’è una gran paura che i contagi del coronavirus arrivino al sud Italia a livelli di massa perché i sistemi sanitari delle regioni meridionali si presuppone che non siano in grado di sostenerne l’impatto perché le terapie intensive sono poche, i reparti di malattie infettive pure, come pure è insufficiente il personale medico e infermieristico. Questa paura è stata manifestata da tutti: ministri, amministratori e politici di ogni schieramento. Paradossalmente si deve ringraziare il coronavirus che ha fatto sì che a tutti i livelli ci si accorgesse di questa cosa ampiamente risaputa che viene da lontano e della quale è cosa ipocrita meravigliarsi. Per capire il vero problema della incapacità dei sistemi sanitari delle regioni del sud ad affrontare una pesante ondata di coronavirus basta semplicemente vedere i dati dei riparti dei fondi sanitari alle regioni italiane fatti dalla conferenza Stato-Regioni da 20 anni a questa parte e si può constatare che le regioni del sud Italia sono quelle che in assoluto hanno ricevuto meno fondi pro capite. Ciò è avvenuto perché il criterio di riparto dei fondi sanitari alle regioni basato sul calcolo della popolazione pesata ha fatto sì che alle regioni del sud fossero ripartiti meno fondi sanitari che non alle regioni del centronord. La situazione è ulteriormente peggiorata con l’introduzione del criterio dei costi standard per come denunciato dagli assessori delle regioni del sud ogni anno alla fine della Conferenza Stato-Regioni. Ad aggravare ancora di più la disparità dei sistemi sanitari regionali è il fatto che nelle regioni del sud ci sono molti più malati cronici che non nelle regioni del nord per come certificato da tutti gli istituti che si interessano di statistiche sanitarie (ISTAT in testa), ma basta citare i Rapporti Sanità CREA dell’Istituto Tor Vergata di Roma illustrati ogni anno nel mese di Dicembre alle commissioni sanità di Camera e Senato in seduta congiunta in uno dei quali, quello del lontano 2014 (per dimostrare che il problema non è di oggi) ci sono dei grafici in cui sono rappresentate le prevalenze delle patologie croniche più comuni dal 1993 al 2013 e nelle quali tra il nord Italia e il sud Italia ci sono due punti di differenza percentuale di patologie del sud in più del nord che tradotto in numeri vuol dire cinquecentomila malati cronici in più per ogni patologia e quindi che nel sud ci sono milioni di malati cronici in più del nord. La Conferenza Stato-Regioni concede quindi più fondi dove ci sono meno malattie (nord) e meno fondi dove ci sono più malattie (sud). A conferma di quanto detto ci sono le parole del presidente della Conferenza Stato-Regioni on. Bonaccini che alla fine della ripartizione dei fondi sanitari alle regioni nel 2017 ha dichiarato:” è molto importante che questa ripartizione abbia consentito di avviare un primo passo verso la revisione dei criteri considerando prima di tutto la popolazione anziana (leggi calcolo della popolazione pesata), ma dando un primo segnale concreto alla deprivazione di quelle regioni (leggi riparto fondi in base alla numerosità delle malattie) in cui l’età media della popolazione risulta nettamente inferiore alla media nazionale….”.
Associazione MEDIASS medici di famiglia a Catanzaro Battaglia Annibale, Bianco Rosa, Fabiano Ester, Greco Antonietta, Muscolo Andrea, Nanci Giacinto, Rossi Carmelo.