Cgil, Cisl e Uil hanno presentato questa mattina alla Procura della Repubblica di Catanzaro e alla Procura regionale della Corte dei Conti un esposto-denuncia sulla situazione della sanità in Calabria, con riferimento, in particolare, alla gestione dell’emergenza Covid. “Lo avevamo annunciato nei giorni scorsi dopo l’incredibile intervista dell’ormai ex commissario Cotticelli alla trasmissione di Rai 3 ‘Titolo V’: riteniamo necessario – spiegano i segretari generali regionali della Cgil, Angelo Sposato, della Cisl, Tonino Russo, e della Uil, Santo Biondo – che sia fatta luce su responsabilità, negligenze e inadempienze che, sommandosi alle già gravi criticità del sistema sanitario regionale, hanno fatto precipitare la Calabria, in piena seconda ondata della pandemia da Covid-19, in una situazione molto preoccupante che appare a un passo dal crollo, come attestano anche le proteste di un personale sanitario allo stremo e le immagini di ospedali in tilt, con pazienti fermi nei pronto soccorso”.
Secondo Sposato, Russo e Biondo, che riferiscono di aver incontrato il procuratore Nicola Gratteri, “l’esposto-denuncia ricostruisce tutta la sequenza dei passaggi compiuti da istituzioni e autorità competenti (governo, Regione, commissario ad acta) dall’inizio della pandemia. Dopo le sconcertanti e incongruenti dichiarazioni di Cotticelli, abbiamo messo in luce come, nonostante ripetute sollecitazioni ai soggetti attuatori, il ‘Piano di riordino della rete ospedaliera in emergenza Covid-19’ a firma dello stesso commissario Cotticelli, emanato dalla Regione il 18 giugno 2020 con il decreto 91, fosse rimasto soltanto sulla carta e come tali gravissime circostanze avessero causato l’inserimento della Calabria nella ‘zona rossa’, evidenziando – spiegano i vertici regionali di Cgil, Cisl e Uil – un grave rischio per la sanità e la sicurezza pubblica e comportando pesantissime ricadute economiche e sociali”. Nell’esposto-denuncia – proseguono Sposato. Russo e Biondo – “abbiamo segnalato come, in questo periodo di pandemia, oltre a errori e omissioni nella catena di comando e controllo delle procedure e all’inefficienza organizzativa, si siano rilevati, tra i diversi soggetti attuatori del Piano anti-Covid, numeri e dati discordanti sui posti letto in terapia intensiva, nei reparti, nel numero dei tamponi effettuati e processati, nonché sull’assistenza domiciliare. Ritardi e inefficienze hanno evidenziato clamorosamente gli errori e gli abusi di questi anni di commissariamento di una sanità calabrese priva di controllo. Quanto accaduto – affermano i segretari di Cgil, Cisl e Uil Calabria – non è accettabile e riteniamo necessario che sia recuperato alla legalità un settore fondamentale per la nostra regione”. Sposato, Russo e Biondo annunciano infine che martedì 17 novembre saranno “in audizione con il ministro della Salute, Roberto Speranza, confederazioni e federazioni di categoria, per formulare le nostre osservazioni al ‘Decreto Calabria’ prima della conversione in legge”.