CATANZARO. Non è iniziato come previsto il processo a carico di don R.M., dal 2007 al 2010 parroco della cittadina di Belcastro accusato di pedofilia. Difetti nelle notifiche della fissazione dell’udienza hanno reso necessario il rinvio da parte dei giudici del tribunale collegiale del capoluogo, alla data del 3 luglio prossimo. L’imputato, difeso dall’avvocato Silvano Cavarretta, è stato rinviato a giudizio il 2 febbraio scorso dal giudice dell’udienza preliminare di Catanzaro, Ilaria Tarantino, che ha accolto la richiesta dell’Ufficio di procura e dei legali delle parti civili (il Comune di Belcastro, nonché le famiglie delle presunte piccole vittime degli abusi, rappresentate dagli avvocati Concetta Stanizzi e Antonello Talerico). In aula anche la Curia Arcivescovile di Crotone-Santa Severina, citata come responsabile civile e che, in caso di condanna al risarcimento dei danni, sarà dunque obbligata in solido a pagare assieme all’imputato. Pesanti le contestazioni a carico del prete, che deve rispondere di violenza sessuale aggravata perché compiuta ai danni di una quindicina di minorenni, secondo le risultanze di un’inchiesta apertasi oltre tre anni fa a seguito della denuncia presentata da alcuni genitori di una delle presunte giovanissime vittime. Segnalazione cui se ne aggiunsero altre nel corso delle indagini, durante le quali i carabinieri raccolsero le dichiarazioni di decine di persone, e furono anche acquisiti con incidente probatorio – e dunque con valore di prova al processo – i racconti dei minorenni coinvolti nei presunti abusi. Quanto all’indagato, non se ne ebbero più notizie precise dal dicembre del 2010, quando si venne a sapere dell’indagine in corso. Oggi, a quanto risulta, si trova in una struttura ecclesiastica a Roma, dove non ha contatti con i fedeli.