Diciassette persone sono state arrestate stamane dalla Polizia di Stato che ha eseguito un provvedimento restrittivo emesso dal Gip del Tribunale di Catanzaro su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di persone appartenenti o vicine al clan di ‘ndrangheta dei Forastefano, operante a Cassano Ionio e in tutta la Sibaritide, dedito alle estorsioni e all’intestazione fittizia di beni. I dettagli dell’operazione saranno comunicati nel corso di una conferenza stampa che si terrà alle ore 11 di questa mattina, nella Questura di Cosenza, alla presenza del procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri, del procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla, nonché del direttore centrale anticrimine Prefetto Francesco Messina e del direttore del servizio centrale operativo della Polizia di Stato Fausto Lamparelli.
Dieci le persone finite in carcere e 7 ai domiciliari. Tra i destinatari delle misure cautelari anche un avvocato e un commercialista. Dalle indagini è emerso che il sodalizio criminale era anche specializzato in truffe ai danni dell’Inps, che attuava attraverso le indennità percepite tramite braccianti agricoli fittiziamente reclutati ma mai realmente impegnati nei lavori. Sono stati ricostruiti, attraverso dichiarazioni e intercettazioni, diversi episodi estorsivi e intimidatori. In particolare, le vessazioni subìte dal titolare di un’azienda di trasporti, spogliato dei mezzi e sostituito nei rapporti che aveva con un’altra azienda a beneficio di un’impresa controllata dalla cosca.
“La cosca condizionava tutta l’economia della Sibaritide – dice il capo della Squadra Mobile di Cosenza, Fabio Catalano – imponendo le proprie ditte di riferimento nel campo dei trasporti e della distribuzione dei prodotti ortofrutticoli. L’indagine è durata tre anni, ma il risultato ci lascia soddisfatti – dice Catalano – e abbiamo fatto luce anche su alcuni episodi di assunzione della manovalanza, accertando come anche dei rappresentanti sindacali siano stati intimiditi”.
L’indagine è stata chiamata in codice “Kossa” dalla storica denominazione di Cassano Ionio ed avrebbe consentito di ricostruire l’attuale operatività della cosca dei Forastefano, rigeneratasi dopo gli interventi giudiziari del 2008. L’azione del sodalizio, infiltrato in diverse attività economiche, si è concretizzata ai danni degli imprenditori concorrenti che operano nel settore agroalimentare nell’area della Sibaritide, tra le quali anche un’azienda, con sede nella provincia di Ferrara, di livello europeo nel campo della commercializzazione dei prodotti ortofrutticoli, il cui rappresentante legale è risultato vittima di una lunga serie di vessazioni consistite in ripetute richieste in denaro per servizi di “guardiania” e maggiorazioni dei corrispettivi contrattuali ottenute con minacce esplicite di ritorsioni.
La cosca subentrava direttamente nella gestione delle aziende tramite le imprese di riferimento, riconducibili agli esponenti del sodalizio, che all’occorrenza risolvevano le trattative sindacali con intimidazioni ai sindacalisti che osavano sollevare obiezioni negli interessi dei lavoratori. La penetrazione della cosca sul territorio è stata resa possibile anche dalla pax mafiosa stipulata con i rivali, con i quali si sono in passato contrapposti per il controllo criminale.
L’indagine ha registrato la necessaria cooperazione di professionisti e imprenditori con il clan, per i quali è stato ipotizzato il concorso esterno in associazione mafiosa. In particolare i professionisti (un avvocato e un commercialista) avevano assunto il ruolo che può definirsi di “consigliori”, lasciandosi coinvolgere nell’attività degli esponenti del sodalizio di ‘ndrangheta, fornendo consigli, pareri ed assistenza contra legem, suggerendo sistemi e modalità di elusione fraudolenti, funzionali a conseguire gli scopi dell’associazione stessa. Nell’ambito dell’operazione sono stati sequestrati beni per 10 milioni di euro in particolare tra Cassano allo Ionio, Spezzano Albanese e San Lorenzo del Vallo. Fra i beni sequestrati, società, imprese e mezzi.
I nomi delle persone arrestate nell’ambito dell’operazione Kossa
Gli arrestati nel corso dell’operazione Kossa, eseguita oggi dalla Polizia nel Cosentino, sono: Pasquale Forastefano, detto “l’Animale”, 34 ann; Alessandro Forastefano, 30 anni; Domenico Massa, detto “Cicciotto”, 44 anni; Luca Talarico, 36 anni; Agostino Pignataro, 40 anni; Stefano Bevilacqua, 36 anni; Antonio Antolino, 36 anni; Leonardo Falbo, 41 anni; Gianfranco Arcidiacono, 34 anni; Nicola Abbruzzese, detto “Semiasse”; 42 anni, finiti in carcere.
Agli arresti domiciliari sono finiti Alessandro Arcidiacono, 52 anni; Saverio Lento, 62 anni; Damiano Elia, 49 anni; Francesca Intrieri, 29 anni; Andrea Elia, 36 anni; Vincenzo Pesce, commercialista, di 55 anni; Giuseppe Bisantis, avvocato, 54 anni.