“Una categoria dimenticata, quasi che debba sempre dare, mai ricevendo qualcosa in cambio. Neppure i più immediati presidi di sicurezza, come ad esempio il vaccino, per eliminare o quantomeno ridurre al minimo i rischi corsi nell’espletamento di un’attività in questo periodo, anzi da un anno a questa parte, per la verità, indispensabile ma estremamente pericolosa per l’alta esposizione al contagio da Covid che comporta. Parlo, come ovvio, di cassiere e cassieri di supermercati, ipermercati e anche negozi più piccoli di generi alimentari, finiti nel dimenticatoio fra i tanti lavoratori impegnati nelle più disparate funzioni, invece immediatamente salvaguardati, in contatto con decine, se non centinaia, di persone a turno. Lavoratori che, da più di un anno, sono esposti in prima persona e non conoscono zone rosse. Ritengo giusto, perciò, come segno di rispetto e riconoscenza nei loro confronti, l’appello lanciato dai sindacati affinché supermercati e grande distribuzione rimangano chiusi durante le festività di Pasqua, Pasquetta, 25 aprile e 1 maggio”.
Lo afferma il consigliere comunale di Catanzaro da Vivere, Antonio Mirarchi, che, nel rivolgersi alle autorità preposte, sottolinea così: “Mi spiace constatare come, accanto a tanti dipendenti dello Stato e del settore privato, a rischio di contrarre il potenzialmente letale coronavirus, ai quali si è subito pensato, dando priorità nelle procedure di vaccinazione, dei cassieri nemmeno si sia parlato. Sì, magari qualcuno si è limitato a citarli. Ma giusto così, en passant. Senza, dunque, dimostrare alcuna partecipazione emotiva o forma di tangibile solidarietà nei confronti di queste donne e uomini che stanno garantendo, senza colpo ferire, da ben dodici mesi, il quotidiano approvvigionamento di cibo e altri beni di prima necessità. Si dimentica, tuttavia, che malgrado la maggior parte di loro sia protetto da scudi di plexiglass davanti alla loro postazione, come ognuno di noi, e dalle mascherine indossate, gli stessi debbano comunque stare in contatto con tanta di quella gente la quale, talvolta, non indossa sempre il dispositivo di protezione in maniera corretta, continuando a farlo in modo errato fin quando non viene notata e richiamata”.