“Il sempre più frequente coinvolgimento di minorenni nella vendita al dettaglio della cocaina denota la spregiudicatezza delle organizzazioni criminali”. Nelle parole del procuratore capo della Dda di Catanzaro, Nicola Gratteri, è racchiuso il senso dell’operazione con la quale i carabinieri della Compagnia di Soverato e del Comando provincia e dell’Arma di Catanzaro hanno disarticolato un gruppo criminale dedito al traffico di droga e collegato alla potente cosca di ‘ndrangheta dei Gallace di Guardavalle. È l’operazione “Keys”, prosecuzione e completamento dell’inchiesta “Molo 13” che una settimana fa ha portato a numerosi arresti di vertici ed affiliati della cosca Gallace.
“Con queste due indagini siamo riusciti a spiegare sul piano giudiziario le dinamiche criminali, gli interessi economiche i traffici di droga di questa famiglia ‘ndranghetista, che riesce a organizzare traffici di droga dall’importazione in Sud America alla distribuzione al dettaglio nel Soveratese”, ha proseguito Gratteri nell’illustrare in una conferenza stampa l’esito di un’investigazione durata oltre un anno e resa complicata dalla capacità dell’organizzazione di sottrarsi ai controlli. Secondo quanto riferito dal comandante provinciale dei carabinieri di Catanzaro, colonnello Antonio Montanaro, infatti, “gli indagati mettevano in atto tutte le misure possibili per eludere le indagini, al punto che in un’occasione, per danneggiare una telecamera posizionata su un palo dell’illuminazione pubblica hanno tagliato i cavi provocando l’interruzione dell’erogazione dell’energia elettrica nel centro di Guardavalle”. Da qui il nome in codice dato all’operazione, “Keys”, perché – hanno spiegato i carabinieri – “il deposito della droga erano alcune case disabitate di Guardavalle le cui chiavi erano detenute e gestite solo dai vertici dell’organizzazione, che non permettevano l’accesso a nessuno, nemmeno ai corrieri, proprio per evitare che le forze dell’ordine venissero a conoscenza del sito”.
E la capacità di sfuggire ai controlli era una prerogativa anche delle “giovani leve”, soprattutto minorenni, di cui l’organizzazione si serviva per spacciare le sostanza stupefatti sul mercato del Soveratese ma anche nella città di Catanzaro e del Reggino: è questo coinvolgimento di ragazzini come pusher e come corrieri della droga l’aspetto più significativo (anche se non inedito) che emerge dalle investigazioni, come ha evidenziato anche il procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro, Vincenzo Capomolla.
“Essere di Guardavalle e lavorare per la cosca Gallace dava a questi minorenni molta forza, al punto da arrivare a estendere lo spaccio non solo nel Soveratese ma anche in provincia di Reggio Calabria”, ha poi spiegato il comandante della Compagnia dei carabinieri di Soverato, capitano Luigi Cipriani. Cipriani ha poi illustrato l’esito delle perquisizioni, che hanno portato al rinvenimento di 7mila euro in contanti, di numerose dosi di cocaina e alla scoperta di una botola in un appartamento ancora in costruzione utilizzato dall’organizzazione criminale per nascondere lo stupefacente.