Diciannove misure cautelari e 43 indagati. Sono questi i numeri dell’operazione “Alibante” coordinata dalla Dda di Catanzaro e condotta dai carabinieri contro la cosca di ‘ndrangheta Bagalà, attiva sulla fascia tirrenica catanzarese. Per 7 indagati è stata disposta la misura cautelare della detenzione in carcere, per 10 è stata disposta la misura cautelare degli arresti domiciliari mentre per altri due indagati è stata disposta la misura interdittiva, rispettivamente, del divieto di contrattare con la pubblica amministrazione, e del divieto di rivestire uffici direttivi delle persone giuridiche. Ci sono anche due ex sindaci e un vicesindaco in carica tra le persone coinvolte nell’operazione “Alibante”, condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro e dai carabinieri. Agli arresti domiciliari sono finiti infatti Giovanni Costanzo, 54 anni, già sindaco di Falerna e in passato anche consigliere provinciale, e Luigi Ferlaino, 53 anni, ex sindaco di Nocera Terinese, entrambi comuni del Catanzarese. Agli arresti domiciliari è finito anche Francesco Cardamone, 40 anni, attuale vicesindaco di Nocera Terinese e carabiniere in servizio ad Amantea. Nel dettaglio, la custodia cautelare in carcere è stata disposta a carico di Carmelo Bagalà, 80 anni, di Gioia Tauro; Alfredo Carnevale, 37 anni, di Nocera Terinese; Alessandro Gallo, 32 anni, di Lamezia; Mario Gallo, 57 anni, di Falerna; Vittorio Macchione, 70 anni, di Nocera Terinese; Vittorio Palermo, 63, di Ischia; Eros Pascuzzo, 34 anni, di Lamezia. Gli arresti domiciliari sono stati disposti a carico di Maria Rita Bagalà, 52 anni, di Lamezia Terme; Francesco Cardamone, 40 anni, residente a Nocera Terinese; Giovanni Costanzo, 54 anni, residente a Falerna; Vincenzo Dattilo, 65 anni, di Lamezia; Francesco Antonio De Biase, 50 anni, di Lamezia; Luigi Ferlaino, di Falerna; Raffaele Gallo, di Conflenti; Giovanni Eugenio Macchione, 62 anni, detto “cugino calimero”, di Lamezia; Antonio Rosario Mastroianni, 74, detto Tonino “u milanese” o “postino”, di Nocera Terinese, e Antonio Pietro Stranges, 68 anni, di Conflenti. Infine, la misura interdittiva del divieto di contrattare con la Pubblica amministrazione per la durata di un anno è stato disposto a carico di Antonio Cario, 51 anni, di Lamezia Terme, mentre a carico di Antonio Gedeone, 53 ani, è stato disposto il divieto di rivestire uffici direttivi delle persone giuridiche e ogni altra attività ad essi inerenti per la durata di un anno. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso, corruzione, estorsione, consumata e tentata, intestazione fittizia di beni, rivelazione di segreti d’ufficio e turbativa d’asta. Infine, la misura interdittiva del divieto di contrattare con la Pubblica amministrazione per la durata di un anno è stato disposto a carico di Antonio Cario, 51 anni, di Lamezia Terme, mentre a carico di Antonio Gedeone, 53 ani, è stato disposto il divieto di rivestire uffici direttivi delle persone giuridiche e ogni altra attività ad essi inerenti per la durata di un anno. Tra gli indagati c’è anche l’ex sindaco di Nocera Terinese, Pasquale Motta, giornalista e direttore del network “LaC”. Secondo quanto emerge dall’ordinanza di misura cautelare del Gip di Catanzaro, Motta è accusato di aver “assunto il ruolo di concorrente esterno” della cosca Bagalà, “in quanto, pur non potendosi ritenere inserito stabilmente nella struttura organizzativa del sodalizio, di fatto svolgeva in maniera preponderante la funzione di referente politico del boss Carmelo Bagalà, con cui -si legge nel provvedimento- aveva condiviso e programmato la predisposizione della lista ‘Unità popolare Nocerese’ sfruttando sia il bagaglio relazionale legato al fatto di essere stato ex sindaco di Nocera Terinese, sia il legame particolarmente forte con Luigi Ferlaino (a sua volta sindaco di Nocera Terinese, ndr), leader politico sostanziale della lista civica ‘Unità popolare Nocerese’, nel corso della campagna elettorale per le elezioni amministrative di Nocera Terinese del 10 giugno 2018, lista -riporta ancora l’ordinanza del Gip- ideata e strutturata per l’infiltrazione, o meglio per preservare l’infiltrazione, del clan nell’amministrazione comunale”. Nei confronti del giornalista il Gip non ha comunque ritenuto sussistente l’esigenza di un provvedimento di custodia cautelare