“E’ giunto il momento di affermare con chiarezza che non può più esistere un Paese che va a due velocità, non possono esistere territori di serie A e di serie B. Nella programmazione delle risorse bisogna tener conto del gap esistente tra nord e sud e calibrare gli investimenti per consentirci di superarlo, dando una spinta generale all’intera economia nazionale”. Lo ha detto il Presidente di Ali Calabria e sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà intervenendo a Bologna al dibattito “Velocità e Sapere”, nell’ambito della Assemblea nazionale di Ali autonomie locali italiane “I riformisti locali e la sfida della velocità, per l’Italia che rinasce”. Al dibattito hanno preso parte il Ministro per l’Istruzione Patrizio Bianchi, la sindaca di Empoli Brenda Barnini ed il responsabile del Dipartimento Pari Opportunità di Ali Andrea Catizone. “Se paragoniamo i trasferimenti statali indirizzati a due città come Reggio Emilia e Reggio Calabria, simili per numero di abitanti – ha aggiunto – abbiamo l’esatta fotografia di ciò che è avvenuto in questi anni. Reggio Emilia ha a disposizione il triplo delle risorse provenienti dallo Stato. Negli ultimi mesi il Governo sta facendo alcuni passi in avanti con l’individuazione dei livelli essenziali delle prestazioni, ma non basta, dobbiamo essere concreti, ci vuole più coraggio e decisione per invertire la rotta. Ad esempio sul bando per gli asili nido siamo contenti ci sia un’attenzione in questa direzione, ma non basta destinare dei fondi per costruire nuovi asili, bisogna anche prevedere i necessari investimenti per gestirli e mantenerli”. “Al Governo – ha poi detto – chiediamo di fidarsi dei sindaci, cosi come si fidano le comunità che li hanno eletti. I Comuni, ma in particolare le Città Metropolitane, non possono rimanere fuori dalla partita del Pnrr, bisogna coinvolgere i sindaci nella cabina di regia degli investimenti, perché sono il primo avamposto della democrazia sui territori, sono punto di riferimento delle proprie comunità e hanno già dimostrato di saper spendere in maniera veloce ed efficace, come è accaduto nell’ultimo anno e mezzo durante la crisi pandemica. E’ giunto il momento di mettere mano al tema del codice degli appalti, bisogna uscire dagli infingimenti e dire con chiarezza che cosi com’è oggi non funziona. La fase che viviamo ci pone la necessità di andare più veloci, ma aumentare la velocità non significa necessariamente aumentare il rischio di infiltrazioni e corruzione. Bisogna tagliare alcuni tempi”.