“Nell’ottica dell’effettiva velocizzazione dell’attività giurisdizionale si ritengono misure auspicabili, oltre alla necessità di risolvere il problema non ulteriormente rinviabile della carenza di organico del personale amministrativo e dei magistrati togati, la depenalizzazione dei reati bagatellari prevedendo la sanzione penale quale “extrema ratio” nel nostro ordinamento e la revisione della geografia giudiziaria sopprimendo gli Uffici giudiziari che per la loro dislocazione sul territorio non risultano efficienti”. E’ uno dei passaggi di un documento dell’Anm di Catanzaro contraria alla riforma Cartabia. Per l’Anm catanzarese, inoltre, è necessario “l’effettivo potenziamento dei riti alternativi, del tutto disincentivati dalla previsione della cosiddetta ‘improcedibilità’; un’incisiva riforma dei giudizi di appello e cassazione, onde evitare impugnazioni strumentali; la modifica del sistema delle notifiche, problematica neppure risolta dalla riforma che mantiene la necessità delle notifica all’indagato, anche successive alla prima, tutte le volte in cui si tratti di quelle relative alla citazione a giudizio”. “Siamo certi – conclude il documento – che gli organi centrali dell’Anm non resteranno insensibili alla voce dei magistrati onesti e laboriosi che operano in questo distretto, molti dei quali di prima nomina e lontani dalle terre di origine, auspicando una netta inversione di rotta nei propositi di riforma annunciati, che rischiano non solo di alimentare una crescente frustrazione nel nostro quotidiano tentativo di assicurare effettività alla tutela dei diritti, ma – cosa ancor più grave – di instaurare un sistema che rende più conveniente delinquere, contando su una prevedibile e diffusa impunità. Noi Magistrati del Distretto di Catanzaro auspichiamo una riforma che realizzi effettivamente l’obiettivo di velocizzare il processo, non frustrando le aspettative di giustizia dei cittadini”.