CATANZARO. “In data odierna presso l’Assessorato al lavoro e politiche sociali della Regione Calabria, si è concluso l’iter della legge 223/91 relativo alle procedure di mobilità del personale in esubero della Fondazione Campanella”. Lo affermano in una nota il Presidente della Fondazione Campanella, Paolo Falzea, ed il direttore generale, Mario Martina. “Tale triste conclusione – aggiungono – è stata determinata dalla assurda e drastica riduzione dei posti letto assegnati alla Fondazione Campanella da parte della Regione ed a seguito del trasferimento delle unità operative così dette non oncologiche dall’1 Agosto 2014, senza personale medico, infermieristico ed Oss. Quanto sopra nonostante il Consiglio Regionale di recente abbia approvato la legge n. 17 del 11 agosto 2014, che individua nel Centro Oncologico di Eccellenza e di Alta specializzazione, per la ricerca dei tumori di Germaneto, gestito dalla Fondazione Campanella, struttura idonea ad assumere il ruolo di Centro Oncologico di riferimento regionale ed a richiedere, compatibilmente con la programmazione sanitaria regionale, il riconoscimento in Istituto di Ricovero e Cura di Carattere Scientifico privato con indirizzo oncologico che il Governo ha deciso di non impugnare ritenendo il Consiglio Regionale competente a legiferare”. “Il Consiglio Regionale, all’unanimità, più volte e in varie forme – proseguono Falzea e Martina – si è espresso per l’aumento dei posti letto che avrebbe consentito alla Fondazione di mantenere in servizio gran parte del personale. Il management, su espressa richiesta del Presidente della Giunta Regionale per conto della Giunta, aveva accettato di rinviare per un mese le procedure di mobilità, in attesa di soluzioni alternative, che puntualmente non si sono verificate. Ad oggi non vi sono atti formali che possano far prevedere, a breve, l’assegnazione alla Fondazione Campanella di altri servizi sanitari (hospice, assistenza domiciliare, aumento posti letto), da parte del Commissario ad Acta per l’Attuazione del Piano di Rientro. Non era praticabile la richiesta dei sindacati di applicare il contratto di solidarietà in quanto il numero del personale in esubero è quadruplo e quintuplo rispetto a quello che continuerà a prestare servizio. Parimenti risulta impraticabile ala richiesta del ricorso alla cassa integrazione straordinaria o in deroga in quanto non vi sono al momento prospettive di sviluppo che consentano il riassorbimento del personale”.