Nuova bufera sul mondo del calcio. Calciatori, manager, allenatori, presidenti, imprenditori italiani ed esteri della Lega Pro e della serie D sono al centro dell’ennesimo scandalo delle partite truccate dei nostri campionati e sono finiti in carcere con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla frode calcistica e con l’aggravante di avere favorito organizzazioni mafiose, la ndrangheta in particolare. Sono quasi 50 le persone che, da Trento ad Agrigento, stabilivano chi perdeva e chi vinceva nelle partite prese di mira. Era tutto truccato. E’ quanto emerge dall’inchiesta della Procura della Repubblica di Catanzaro diretta dal Procuratore Antonino Lombardo e dagli uomini dello Sco (il Servizio Centrale Operativo della Polizia ) coordinati da Renato Cortese, che hanno individuato ed in parte arrestato i protagonisti della squallida vicenda. In galera sono finiti oltre 15 calciatori, 6 presidenti di società sportive, 8 dirigenti sportivi, allenatori, direttori generali, 10 “finanziatori” (scommettitori italiani, maltesi, del Kazakistan, della Russia, cinesi e serbi). Agli indagati viene contestata non solo la frode sportiva, sanzionata dall’ottobre 2014 con una pena fino a nove anni, ma anche la truffa a danno degli scommettitori onesti, di chi ha acquistato il biglietto delle partite allo stadio, della squadra avversaria e di tutti i bambini che sognano di emulare i gesti dei loro idoli. Tutto è partito dall’indagine su Pietro Iannazzo, esponente di spicco della ‘ndrangheta lametina. Partendo dalle intercettazioni a suo carico la Polizia ha scoperto una fitta ed organizzata rete di personaggi che brigavano per alterare e condizionare i risultati sportivi. Tra le persone arrestate ci sono sei calabresi. Si tratta di Fabrizio Maglia, lametino, Direttore sportivo della Vigor Lamezia; di Felice Bellini, catanzarese, attuale responsabile marketing della Vigor Lamezia; di Sebastiano La Ferla, catanzarese, procuratore sportivo e uomo di fiducia di Bellini; di Antonio Palermo e Francesco Molino (rispettivamente dirigente e direttore sportivo del Montalto Uffugo); di Alberto Scarnà, cosentino ma residente a Cesena, sovrintendente di Polizia. Tra i settanta indagati compaiono anche il Direttore sportivo del Catanzaro, Armando Ortoli (nella foto), ed il capitano del Catanzaro, Domenico Giampà. Coinvolte nell’inchiesta ci sono due partite della Vigor Lamezia di questa stagione e due partite del Catanzaro, una della stagione appena conclusasi ed una della passata stagione. Per l’esattezza si tratta di Vigor Lamezia-Paganese 1 a 1 del 13 aprile e di Barletta-Vigor Lamezia 3 a 3 del 19 aprile per quanto riguarda la squadra biancoverde; di Barletta-Catanzaro 1 a 1 dell’1aprile 2015 e di Barletta-Catanzaro 0 a 3 del 13 aprile dello scorso anno per quanto riguarda invece la squadra giallorossa. Il procuratore della FIGC, Stefano Palazzi, ha già preso contatto con la Dda di Catanzaro per avere informazioni sull’inchiesta sul calcioscommesse e per avere trasmessi gli atti. Ora scatteranno gli approfondimenti della Procura federale e gli inevitabili deferimenti di calciatori, dirigenti e società per responsabilità diretta od oggettiva o, in qualche caso, per omessa denuncia.