“C’è bisogno della guerra. Ne abbiamo parlato tremila volte, ci sono tantissime cose che vanno modificate, ma soprattutto ragionare in termini organici di modifiche normative”. Così il procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, parlando con i giornalisti a margine dell’inaugurazione della mostra intinerante per i 30 anni della dia al Palazzo di Giustizia di Catanzaro. Secondo Gratteri “è inutile che si continui a modificare un pezzettino. Si va a ritroso, si comincia al contrario, si deve andare non a valle ma a monte, si deve ragionare a rileggere ciò che si è scritto e capire dove ci sono le micro e medie modifiche da fare per poter far funzionare meglio il sistema, per informatizzarlo, velocizzarlo, aumentare le garanzie e farli diminuire al contempo i margini di manovra di chi non vuole che il sistema funzioni”. Rispondendo a una domanda sulle eventuali responsbailità della politica sulle mancate modifiche normative, Gratteri ha affermato in modo lapidario: “La politica ha una responsabilità al 90%”.
Gratteri ha poi ribadito: “Non esiste una ricetta per un problema. Bisogna fare delle modifiche che servono a tutto, a tutti i reati, perché anche un cancello abusivo è importante che sia perseguito, perché se oggi risolvo il problema di un cancello abusivo io per l’anno prossimo ho evitato un omicidio. Questa è la visione che da procuratore della Repubblica ho del contrasto alle mafie. Non esiste – ha aggiunto Gratteri – una ricetta, esiste la possibilità e la necessità di modificare tutto il sistema penale, processuale e detentivo in modo tale che siamo nelle condizioni di intervenire sul balcone abusivo, sul cancello abusivo, sull’omicidio di mafia, sul grande traffico di droga. Se non si ha questa visione, che le modifiche devono servire a tutta la gamma dei reati, non andiamo da nessuna parte, faremo solo tanti spezzatini. Non vedo volontà in questo momento, nemmeno il barlume”.
“Anche in questa regione arriveranno i fondi del Recovery Found e noi, con le nostre attività preventive, siamo pronti a fianco dei prefetti per impedire che anche un solo euro arrivi alla criminalità organizzata”. A dirlo è stato il direttore della Direzione investigativa antimafia, Maurizio Vallone, parlando con i giornalisti a margine dell’inaugurazione della mostra sul trentennale della Dia al palazzo di giustizia di Catanzaro. “Chi è calabrese – ha aggiunto Vallone – sa perfettamente quale forza ha la criminalità organizzata di entrare negli appalti attraverso amicizie e relazioni. Il nostro compito è quello di impedirlo. Come siamo convinti che loro ci proveranno siamo convinti che noi riusciremo a evitare queste infiltrazioni”.