CATANZARO. In Calabria si registrano i primi segnali di ripresa dell’economia. Una ripresa “timida”, ma che segue la forte crisi del 2013. I dati emergono dal rapporto “L’economia della Calabria: analisi e prospettive” redatto dalla Banca d’Italia e presentato martedì mattina nel corso di un’iniziativa tenuta nell’Università di Catanzaro, alla presenza, tra gli altri, del direttore della filiale regionale Luisa Zappone, e dai funzionari di Bankitalia Giuseppe Albanese e Luigi Cannari. Secondo quanto emerso dal rapporto, le stime di Prometeia evidenziano una maggiore tenuta del Pil, diminuito dell’1,8 per cento, ma in maniera meno drastica rispetto all’anno precedente. Il calo complessivo, rispetto al 2007, è di 15,5 punti, lasciando apparire, secondo gli esperti, “un cauto ottimismo”. I segnali non sono positivi per quanto riguarda il fatturato dell’industria, mentre cedono ancora l’export e il settore delle costruzioni. E se le famiglie tendono a consumare di meno, è il settore terziario ad essere in forti difficoltà. Non va meglio nel porto di Gioia Tauro, dove è diminuito il traffico dei container. Una nota positiva è rappresentata, invece, dall’occupazione che registra un lieve recupero intorno allo 0,8 per cento, definito come una “incoraggiante inversione di tendenza”. Secondo Luisa Zappone, “potrebbero esserci le premesse perchè tutti questi deboli segnali trovino conferma, dopo avere attraversato una crisi intensissima che sembra però avere toccato il punto più basso nel 2013”. Bankitalia, in particolare, evidenzia che “Le difficoltà del mercato del lavoro si sono ancora manifestate attraverso andamento differenziati per fasce di età: l’occupazione è scesa sia per i giovani tra i 15 e i 34 anni (-1%), sia per gli individui tra i 35 e i 54 anni (-2,3%); è invece significativamente aumentata per i lavoratori di 55 anni ed oltre (12,1%), anche in relazione all’allungamento della vita lavorativa a seguito delle recenti riforme pensionistiche”. Nel rapporto si aggiunge che “gli occupati sono calati tra i soggetti in possesso al più delle licenza media (-0,3%), mentre per i laureati si registra un aumento del 4%. La risalita ha riguardato soltanto i lavoratori dipendenti ed è stata più intensa per le tipologie contrattuali a tempo determinato”. Per quanto riguarda i singoli settori, l’occupazione è “aumentata nell’industria in senso stretto e nei servizi, mentre il settore agricolo e le costruzioni hanno registrato ulteriori riduzioni”. Il tasso di occupazione si mantiene più elevato in provincia di Catanzaro, mentre Cosenza e Vibo Valentia registrano tassi minori “anche a causa del forte calo occorso dal 2007”. Il peggior dato dell’economia calabrese è riferito alle esportazioni che segnano, nel 2014, in Calabria, una riduzione dell’8,1 per cento che si aggiunge ad un trend assolutamente negativo e che, dal 2007, ha portato ad una flessione del 24,8 per cento. Secondo quanto emerge dall’analisi dell’economia calabrese, il calo ha interessato sia le vendite verso l’Unione Europea, con un meno 1%, sia quelle verso altri Paesi, dove però il dato arriva ad un meno 12,9%. Secondo i rilievi di Bankitalia, il settore che ha registrato una maggiore crisi è stato quello della metallurgia, ma anche l’agroalimentari, tendenzialmente in segno positivo, ha avuto una riduzione.