Una vasta operazione volta al contrasto delle violazioni in materia ambientale è stata portata a termine dai Carabinieri nei territori delle province di Cosenza, Crotone e Catanzaro che si affacciano sulla costa ionica calabrese. L’operazione, denominata Deep 3, ha visto l’impiego di squadre di carabinieri dell’organizzazione territoriale e per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare, affiancate, per la perlustrazione di aree impervie e acquitrinose, da squadre operative dello squadrone eliportato Cacciatori di Calabria, con il supporto aereo dell’8° Nucleo elicotteri di Vibo Valentia e dei Nuclei investigativi di Polizia ambientale agroalimentare e forestale di Cosenza, Crotone e Catanzaro.
L’operazione ha focalizzato l’azione di controllo eminentemente sulle attività produttive insistenti in prossimità di aree umide, fiumi, torrenti e canali di scolo, poste tanto all’interno quanto in prossimità dei 250 chilometri di costa centro-settentrionale jonica della regione, con l’obiettivo di contrastare il fenomeno del degrado e dell’inquinamento ambientale di acque e suolo.
Nello specifico i militari dello Squadrone eliportato Cacciatori di Calabria hanno eseguito perlustrazioni in territori impervii, risalendo alcuni corsi d’acqua, tra i quali i torrenti “Passovecchio”, “Lipuda” e “Tacina”, che sfociano in provincia di Crotone. Attività indispensabile nell’eventualità che alcune aziende, distanti anche centinaia di metri dai torrenti, attraverso tubazioni abusive, potessero sversare liquami direttamente nei citati alvei fluviali. Complessivamente sono state controllate 50 attività produttive (3 ditte di autospurgo, 11 autolavaggi, 6 cementifici, 5 caseifici, 11 aziende agricole e zootecniche, 4 aziende agro alimentari, 4 lavanderie industriali, 4 aziende chimiche e di produzione di manufatti per l’utilizzo dei prodotti chimici).
Sono stati denunciati in stato di libertà i titolari di 6 autolavaggi, 3 caseifici, 3 cementifici, 1 azienda agricola, 1 azienda zootecnica, 1 cantiere navale, 1 mercatino dell’usato e 1 esercizio adibito a meccanico, a vario titolo, per gestione dei rifiuti non autorizzata, scarico di acque reflue non autorizzato, smaltimento illecito dei rifiuti, sversamento non autorizzato di liquami derivati dalla produzione di latticini, scarico abusivo di siero caseario nell’alveo di un fiume, abbandono illecito di rifiuti e reati in materia edilizia.
I carabinieri hanno quindi elevato numerose sanzioni amministrative, per una cifra complessiva prossima ai 15mila euro, nei riguardi dei titolari di una azienda vitivinicola e allevamento zootecnico, un auto spurgo, un caseificio, un impianto di produzione di marmi, un autolavaggio, un cantiere navale e una azienda agricola, responsabili, a vario titolo, di mancato aggiornamento del registro di carico e scarico dei rifiuti, mancata tenuta del registro sul luogo di produzione dei rifiuti e omessa tenuta del registro di carico e scarico dei rifiuti, nonché per omessa iscrizione all’anagrafe canina.
Inoltre sono stati sottoposti a sequestro penale o amministrativo gli impianti di scarico di 1 cantiere navale e di 1 cementificio, 5 aree di complessivi 600 metri quadrati adibite ad autolavaggi e 1 fabbricato di 140 metri quadrati adoperato come officina meccanica, nonché circa 500 metri cubi di rifiuti speciali illecitamente stoccati. Infine sono stati eseguiti 12 campionamenti di acque fluviali e reflue in aree esterne ad aziende, che saranno oggetto di più approfondite analisi per vagliarne l’impatto ambientale.