Il presidente russo, Vladimir Putin, ha rispolverato tutta la sua retorica anti-Occidente accusandolo di fare un “gioco pericoloso e sporco” mentre cerca di spingere l’acceleratore della guerra in Ucraina. Il risultato però è che adesso il mondo affronta il decennio “più pericoloso, imprevedibile e importante dalla Seconda guerra mondiale”. Parlando a tutto campo, per oltre mezz’ora e poi rispondendo a una serie di domande, il leader russo ha assicurato che “le difficoltà causate dalle sanzioni sono state superate” e non ha risparmiato critiche all’Occidente e al mondo unipolare, che è giunto al termine, ha detto: “Chi semina vento, raccoglie tempesta”. La Russia come “una civiltà indipendente e unica, non si è mai considerata e non si considera un nemico dell’Occidente”. Non sta “sfidando le elite occidentali” nè vuole prendere il posto del “potere egemonico” nel nuovo ordine mondiale. Ma non vuole neanche accettarne i valori. E dunque sarà bene che i Paesi occidentali inizino a parlare “alla pari” con il resto del mondo di “un futuro comune. E prima lo fanno, meglio è”. Quanto alla guerra in Ucraina, per Putin è stata “inevitabile”, il risultato di anni di tensioni ribolliti per diverso tempo. “Le tensioni si accumulano e c’è un terremoto”, ha detto; e gli ultimi sviluppi sono “spostamenti tettonici dell’ordine mondiale”. Putin ha comunque assicurato che la Russia non ha mai parlato di usare armi nucleari e ha invece di nuovo accusato Kiev di avere la tecnologia per creare e potenzialmente far esplodere una “bomba sporca” in Ucraina. Si è detto però anche pronto a “risolvere qualsiasi problema” nel dialogo con gli Stati Uniti.