“I nostri medici sono venuti per lavorare insieme, uniti, con i colleghi italiani per contribuire a migliorare la situazione del sistema di salute calabrese. Sarà un’attività che favorirà ed incrementerà le conoscenze di entrambe le parti: i cubani apprenderanno dai loro colleghi italiani e viceversa. Le relazioni umane, comunque, sono fondamentali e producono benefici per tutti”. Lo ha detto Mirta Granda Averhoff, ambasciatrice di Cuba a Roma incontrando i giornalisti con il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto in occasione della presentazione dell’accordo che prevede l’utilizzo di medici cubani nelle strutture sanitarie calabresi a rischio chiusura per mancanza di personale medico. La diplomatica, in mattinata assieme ad Occhiuto, ha incontrato a Cosenza dove sono ospitati in attesa di avviare i corsi di perfezionamento in italiano all’Università della Calabria, i medici del primo contingente di 450 circa professionisti che rientrano nella dotazione dell’intesa siglata. “Cuba e Italia -ha aggiunto l’ambasciatrice cubana- sono Paesi molto simili e amici da lungo tempo. Ci sono legami familiari e una cultura e molto simile. I nostri medici, che sono già qui ma anche quelli che verranno hanno iniziato a studiare l’italiano a Cuba e ora approfondiranno la loro conoscenza della lingua. Voglio sottolineare, come ha detto il presidente Occhiuto -ha detto ancora Granda Averhoff- che si è creato un nuovo modello e ciò che è nuovo crea inevitabilmente polemiche, ostacoli e difficoltà per la sua novità. Siamo sicuri, però, che queste difficoltà ci saranno d’aiuto perché così abbiamo avuto modo di individuare un cammino comune, utile quando arriveranno gli altri medici”.