“Un tema caldo è l’autonomia regionale differenziata. La Cisl non è sfuggita al confronto con il ministro Calderoli nell’incontro alla Regione Calabria. È stata un’occasione importante per ribadire il nostro punto di vista, per ripercorrere i passaggi che, dalla legge 42 del 2009, non hanno in alcun modo condotto a un federalismo efficiente e solidale, rispettoso della Costituzione”. Lo ha detto il segretario generale della Cisl calabrese Tonino Russo, aprendo i lavori del comitato esecutivo regionale dell’organizzazione sindacale. “Non è stato superato -ha spiegato – il criterio della spesa storica, non sono stati fissati i livelli essenziali delle prestazioni, validi per tutti i cittadini su tutto il territorio nazionale e finanziati in riferimento alla previsione del fabbisogno standard. In quell’incontro abbiamo ribadito che non aver applicato i LEP ha portato meno risorse al Sud e impedito anche ad amministrazioni virtuose di creare lavoro, di offrire più servizi ai propri cittadini, più istruzione e cultura, più assistenza ai deboli. Bisogna dunque puntare anche a recuperare i ritardi accumulati nella spesa per la crescita del Mezzogiorno. Dunque, senza dimenticare ciò che venne fatto, a partire dalla Bicamerale del 1997, con la modifica del titolo V della Costituzione nel 2001 e il referendum confermativo, non possiamo ora permetterci una riforma superficiale con un dibattito Nord-Sud che non ha senso nel quadro dello sviluppo complessivo del Paese. Perché – ha spiegato Russo – non può esistere autonomia se non si stabiliscono LEP e fondo di perequazione. Nell’incontro con il ministro abbiamo, inoltre, ribadito che l’iter legislativo in materia deve svolgersi in modo partecipato, coinvolgendo sindaci e parti sociali. Solo a queste condizioni -ha sottolineato- il regionalismo differenziato può rappresentare un’opportunità per la Calabria e il Sud. Non ci spaventa il regionalismo, ma una sua cattiva versione che può seriamente minare la coesione della Repubblica “una e indivisibile”, di cui parla l’articolo 5 della Costituzione”.