“Abbiamo intenzione, nei prossimi mesi, di mettere in campo un percorso di mobilitazione in tutto il Paese, dal Veneto e la Calabria, per creare un fronte che dica no all’autonomia che spezza il Paese”. Lo ha affermato il segretario nazionale della Cgil, Christian Ferrari, intervenendo a Catanzaro a un dibattito sull’autonomia differenziata. “L’autonomia differenziata – ha sostenuto Ferrari – è l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno, in un Paese che ha visto storicamente anche negli ultimi anni allargarsi i divari territoriali e imboccare una strada che contribuirà a mettere in discussione l’unità dell’Italia, il sistema di welfare universalistico e anche la possibilità di politiche nazionali di governo, industriali, di sviluppo economico, quando neppure la dimensione nazionale è ormai sufficiente ad affrontare le sfide strategiche che abbiamo davanti. Quindi – ha proseguito il segretario nazionale della Cgil – noi diciamo un no senza se e senza ma al disegno di legge Calderoli”. Ferrari ha poi osservato: “Prendiamo atto positivamente di un riposizionamento chiaro in termini critici da parte di alcuni partiti, a partire da Pd e M5S. Noi abbiamo intenzione, nei prossimi mesi, di mettere in campo un percorso di mobilitazione in tutto il Paese, dal Veneto e la Calabria, per informare e coinvolgere i cittadini, per costruire una grande convergenza, la più larga, ampia e inclusiva possibile, con le forze politiche, le istituzioni locali, le forze della società civile e – ha rilevato il segretario nazionale della Cgil – creare un fronte che dica no all’autonomia che spezza il Paese e sì invece a politiche che rilancino gli investimenti per ridurre le diseguaglianze e i divari che ci sono”. Da Ferrari, infine, una critica al presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto: “Con tutto il rispetto per il governatore, gli porrei una domanda, è un rappresentante del suo popolo e degli interessi del suo territorio o è il rappresentante di un partito che esegue gli ordini di scuderia? Perché è francamente incomprensibile – ha concluso il dirigente della Cgil – come il presidente della Regione Calabria abbia potuto dire di sì a un disegno di legge che colpisce anzitutto il suo territorio”.