Il decreto legge per il Ponte sullo Stretto dovrebbe entrare fra i provvedimenti all’esame del Consiglio dei ministri di giovedì pomeriggio. L’ordine del giorno della riunione del pre-Consiglio di ieri è stato infatti integrato, con un dl “per la realizzazione del collegamento stabile tra la Sicilia e il continente”, presentato dalla Presidenza del Consiglio e dal Ministero per le infrastrutture e i trasporti. Sette articoli, dall’assetto societario e la governance alle disposizioni finali. La bozza di Decreto legge recante disposizioni urgenti per la realizzazione del collegamento stabile tra la Sicilia e il Continente riapre la partita del Ponte sullo Stretto. Ritorna la società Stretto di Messina Spa alla quale -si legge nel testo- “partecipano Rfi, Anas, le Regioni Sicilia e Calabria, nonché, in misura non inferiore al 51%, il Ministero dell’economia, che esercita i diritti dell’azionista d’intesa con il Ministero delle infrastrutture, al quale ultimo sono attribuite funzioni di indirizzo, controllo, vigilanza tecnica e operativa”. Il cronoprogramma di realizzazione dell’opera prevede che il progetto esecutivo sia approvato entro il 31 luglio 2024. Soddisfatto, ovviamente, Matteo Salvini. “Grandissimo lavoro di squadra, in pochi mesi sono stati recuperati dieci anni di vuoto. Contiamo di approvare il progetto esecutivo entro il 31 luglio 2024 e poi partire coi lavori”, ha detto il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Non la pensa allo stesso modo il Pd. “Il ministro Salvini, incurante dell’appello del Quirinale a non abusare dello strumento della decretazione d’urgenza, propone in Cdm un decreto legge per nuovi e ulteriori posti di sottogoverno ben remunerati, con un cronoprogramma che non verrà mai rispettato”, dice Anthony Barbagallo, capogruppo Pd in commissione Trasporti della Camera e segretario regionale del Pd Sicilia.