CATANZARO. Franco Corbelli, leader del Movimento Diritti Civili, in una nota, “ringrazia gli eminenti giuristi nazionali che hanno preparato il suo ricorso”, spiega le ragioni e illustra “i 10 motivi per cui è ammissibile presso la Consulta solo il ricorso del Gruppo Politico Diritti Civili, “l’unico ad essere parte lesa e legittimato – dice Corbelli – a chiedere, alla luce anche della recente sentenza della Corte Costituzionale sul caso Abruzzo, lo scioglimento del Consiglio regionale per le illegittime modifiche della legge elettorale calabrese, approvate, lo scorso anno, in regime di prorogatio”. Corbelli, che definisce questa “una nuova battaglia di legalità e giustizia” spiega che Diritti Civili “è legittimato a presentare ricorso alla Consulta, perché è l’unico gruppo Politico ad aver regolarmente presentato lo scorso anno una Lista alle primarie istituzionali (attivate dalla Regione Calabria) e a non aver poi partecipato alle elezioni regionali(non riconoscendo legittimità costituzionale alle modifiche della legge elettorale approvate in modo illegittimo, in regime di prorogatio). Queste le due condizioni – prosegue – che rendono Diritti Civili l’unico Gruppo Politico legittimato oggi, quale parte lesa, a potersi costituire in giudizio davanti alla Consulta. Qualsiasi altro soggetto politico(o associazione) non è per questi motivi legittimato a costituirsi in giudizio”. Il ricorso di Diritti Civili sarà presentato, così come prevede la legge 11 marzo 1953, n.87(e successive modificazioni), entro e non oltre il ventesimo giorno dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della sentenza della Consulta sul caso Wanda Ferro. “A parte tutti gli altri aspetti di incostituzionalità della nuova legge elettorale (trattati in più occasioni sulla stampa) e i dubbi di legittimità costituzionali sollevati dal Tar della Calabria(a seguito della presentazione del ricorso di Wanda Ferro), ci sono – a parere di Corbelli – almeno dieci valide, oggettive ragioni che rendono di fatto ammissibile (solo) il ricorso di Diritti Civili con la pressoché certezza del suo accoglimento da parte della Consulta e del conseguente, inevitabile scioglimento del Consiglio regionale calabrese”.