REGGIO CALABRIA. “La risposta del presidente Molinaro alle mie osservazioni, è garbata e stimolante, perciò torno sull’argomento Expo di Milano che considero, fino al momento, un’occasione mancata per la Calabria, pur riconoscendo l’apporto notevole di organizzazioni come la Coldiretti. E ci torno senza alcuno spirito polemico, ma con l’intento di fornire valutazioni che possano migliorare, se ancora possibile, la nostra presenza all’Expo”. E’ quanto sostiene il capogruppo di Forza Italia alla Regione, Alessandro Nicolò. “Occasione mancata, non solo per via della mediocre performance espositiva all’interno dell’area, su cui pare siamo tutti d’accordo – prosegue Nicolò – e neppure per lo scarso coinvolgimento di imprenditori calabresi e forze sociali e culturali. Ma soprattutto, perché la Calabria, attraverso la Regione che avrebbe dovuto fare da catalizzatore e da laboratorio di idee, non ha potuto contribuire in alcun modo all’approfondimento dello spirito e dei contenuti della ‘Carta di Milanò, ossia all’eredità culturale di Expo, che concerne il nutrimento del pianeta e le complesse problematiche energetiche, indicando le peculiarità di cui è ricca la sua storia mediterranea plurimillenaria. Al di là dell’esposizione, quasi si trattasse di una fiera qualsiasi, ancorché importantissima, la Calabria, al momento, non si è distinta per idee e progettualità e, a conclusione dell’evento, non otterrà alcun risultato, né, purtroppo, lascerà tracce del suo passaggio. Sui temi ambientali, sui quali mirabilmente si sofferma l’Enciclica Laudato sì di Papa Francesco, e sui modelli di sviluppo capitalistici che hanno condizionato l’economia occidentale, collocando molte aree tra le quali il Mezzogiorno del Paese ai margini, proprio regioni come la nostra avrebbero potuto fornire analisi critiche e spunti al dibattito, mettendo in rete le nostre intelligenze e le Università, al fine di irrobustire una visione culturale con al centro la persona umana in contrapposizione alle tendenze ultraliberiste del mondo globale”. “Ecco, su questo punto molto delicato – sostiene ancora Nicolò – si registra un’assenza, che denuncia, nella politica calabrese, un ritardo marcato su cui occorrerà riflettere, se non si vuole che siano sempre altri a determinare scelte e decisioni strategiche. Idem, si registra, da parte della Regione in primis, un’assenza di idee sui temi, altrettanto importanti e su questioni di grandi impatto come l’alimentazione. Ma l’occasione da non perdere era anche quella di affermare, attraverso le nostre produzioni, le ragioni culturali tipiche dell’area mediterranea, collegando, in tal modo i temi generali dell’Expo alle peculiarità delle aree del Mediterraneo di cui la Calabria è interprete principale, nonché testa di ponte per possibili (e necessarie) interlocuzioni fra l’Europa e l’altra sponda del Mediterraneo ridiventata centrale non solo per via delle frontiere calde, ma anche per le occasioni di sviluppo che si avvistano ad occhio nudo. Mai come in questa occasione, ci sarebbe bisogno di una Giunta composta da politici espressione del territorio e dei bisogni dei calabresi, invece di un Governo regionale che ha spezzato il legame imprescindibile fra scelte e popolazione rappresentate”.