La Calabria è la prima regione per enti locali sciolti per mafia con 134 amministrazioni coinvolte, 31 delle quali sono state commissariate almeno due volte, mentre negli ultimi diciotto mesi sono stati 6 i comuni sottoposti ad amministrazione straordinaria: Cosoleto, Portigliola e Scilla (Reggio Calabria), Acquaro e Soriano Calabro (Vibo Valentia), Rende (Cosenza). Il dato emerge da “La Linea della palma”, il nuovo dossier di Avviso Pubblico sui Comuni sciolti per mafia, presentato oggi. Secondo i dati raccolti, dal 1° gennaio 2022 al 30 settembre 2023 sono stati 18 gli Enti locali sciolti per mafia in tutto il territorio nazionale, ovvero una media di uno scioglimento al mese. Un dato inquietante che conferma il trend degli ultimi trentadue anni. Infatti, dal 1991 al 30 settembre 2023 sono stati 383 i decreti di scioglimento in ben 11 regioni (13 se consideriamo le archiviazioni), di cui sei collocate nell’area centro settentrionale del Paese. 280 hanno riguardato consigli comunali, in cui sono coinvolti sindaci, assessori, consiglieri e dipendenti della Pubblica amministrazione e in 6 casi ad essere commissariate sono state Aziende Sanitarie Provinciali. Ad aggravare il quadro c’è da considerare che 76 Amministrazioni hanno subito più di uno scioglimento: 56 enti sono stati sciolti due volte, 19 tre volte e un comune addirittura 4 volte. Sintomo di un’infezione dura da curare, che dimostra il grado di pervasività e aggressività delle organizzazioni criminali, che non si limita ai comuni, ma che colpisce anche il settore sanitario pubblico.
“Gli ultimi scioglimenti in Calabria e le attività di indagine compiute da magistratura e forze dell’ordine verso i quali ci sentiamo vicini, siano uno stimolo in più – aggiunge – per amministratori e cittadini affinché nel lavoro di approfondimento, ricerca e conoscenza si assuma una consapevolezza nuova per trasmettere e veicolare modelli positivi di buona amministrazione e accendere i riflettori su quelle esperienze negative che rischiano di far considerare marcia tutta la politica e tutti gli amministratori. Fortunatamente gli amministratori e le amministratrici non sono tutti uguali e l’idea di far passare tutti allo stesso modo non è altro che il modo per umiliare chi con la propria vita personale e con scelte radicali sta provando a dare un senso di cambiamento reale alla Calabria”.