Dopo due anni e dieci mesi di udienze si è concluso il maxiprocesso “Rinascita Scott” è stato istruito dalla Dda di Catanzaro contro la pervasiva e potente ‘ndrangheta della provincia di Vibo Valentia al vertice della quale si pone la famiglia Mancuso di Limbadi. Un procedimento che ha preso piede con l’operazione portata a termine dai carabinieri il 19 dicembre 2019 con l’arresto di 334 persone. Per contenere un processo così imponente è stata creata a Lamezia Terme, per volere dell’allora procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, l’aula bunker più grande d’Europa, lunga 103 metri, larga 35, capace di contenere più di mille persone. Un processo importante in termini di numeri (338 imputati nel solo troncone ordinario) ma anche in termini di accuse contestate e imputati coinvolti. In questo primo grado di giudizio sono state 207 le condanne con pene dai 30 anni ai 10 mesi di reclusione. Decapitati i vertici della ‘ndrangheta vibonese con le condanne di Saverio Razionale, boss di San Gregirio D’Ippona (30 anni), Domenico Bonavota, boss di Sant’Onofrio (30). Tra le condanne “eccellenti” c’è quella a 11 anni emessa nei confronti dell’avvocato catanzarese Giancarlo Pittelli, noto penalista già parlamentare di Forza Italia. Contro questa decisione si sono scagliati i difensori di Pittelli, gli avvocati Salvatore Staiano, Guido Contestabile e Giandomenico Caiazza secondo i quali “questa condanna era ad ogni costo indispensabile per salvare la credibilità della intera operazione investigativa Rinascita Scott”. “Non ho mai commentato le sentenze in tutta la mia vita. Continuerò nel mio atteggiamento rispettoso dei provvedimenti giudiziari. Lascio i commenti e l’esultanza agli impostori seriali ed agli sciacalli che nel passato e da lungo tempo imperversano sui giornali e televisioni nazionali e locali. Voglio ringraziare pubblicamente mia moglie e mia figlia, i miei avvocati straordinari e le migliaia di amici veri che mi sono accanto”, ha scritto l’avvocato Giancarlo Pittelli sul suo profilo Facebook dopo la condanna subita nel processo Rinascita Scott.
(Nella foto il Collegio giudicante durante la lettura della sentenza)