Il governo entra nel processo per il naufragio del caicco “Summer Love” del 26 febbraio scorso che, a Steccato di Cutro, provocò 94 vittime ed un numero imprecisato di dispersi. Il Tribunale ed il Gup di Crotone – davanti ai quali si celebrano con rito ordinario ed in abbreviato i processi ai quattro presunti scafisti dell’imbarcazione – hanno ammesso la costituzione di parte civile della Presidenza del Consiglio dei ministri e del ministero dell’Interno. Ammessa anche la Regione Calabria. Presidenza del Consiglio e Viminale hanno chiesto un risarcimento di un milione di euro in entrambi i processi, la Regione 500 mila euro. Un’altra parte del governo, invece, esce dal processo. Il Tribunale ha infatti escluso la partecipazione di Consap, società partecipata dal ministero dell’Economia, presso cui è costituito il Fondo di garanzia per le vittime della strada e del mare. A chiedere la citazione del fondo erano stati gli avvocati di parte civile come responsabile civile. Già nelle scorsa udienza, i legali che assistono la Consap avevano chiesto l’esclusione dal dibattimento. Richiesta reiterata stamani dallo studio Coppi e accolta dal Tribunale. “La decisione dello Stato ha un forte valore simbolico. E’ cinica e impietosa” è stato il commento di uno dei legali che assistono i familiari di alcune vittime, l’avvocato Francesco Verri. “Il Governo – ha aggiunto – pretende denaro dai presunti scafisti. Avrebbe subito danni per milioni che ovviamente i presunti scafisti non hanno. Quando si tratta di pagare, di risarcire i familiari delle vittime, invece, il Governo si tira indietro. Con buona pace del ministro Piantedosi che proprio a Crotone aveva annunciato che il Governo avrebbe fatto la sua parte. Quando? Come? Oggi in aula è andato nella direzione opposta”. Sul piano pratico, comunque, secondo le parti civili poco cambia dal momento che il Tribunale, a loro dire, ha escluso la Consap solo perché non ha partecipato all’incidente probatorio svoltosi nei mesi scorsi e ciò significa che la decisione non pregiudica le future iniziative dei parenti delle vittime e dei sopravvissuti. Il Tribunale “non si è espresso nel merito della fondatezza della chiamata in garanzia del fondo e quindi è salva la possibilità per le persone offese di adire il Giudice civile per far valere le proprie ragioni in quella sede” è stato il commento dell’avvocata Barbara Ventura che aveva presentato la citazione del Fondo di garanzia.
Non sarà il fondo di garanzia per le vittime della strada e del mare a risarcire i familiari dei 94 migranti morti nel naufraggio avvenuto a Steccato di Cutro il 26 febbraio scorso nè i superstiti di quella tragedia. Il Tribunale di Crotone ha accolto la richiesta di estromissione dal processo che era stata avanzata dagli avvocati di Consap, società partecipata dal ministero dell’Economia, presso cui è costituito il fondo. Il collegio penale, presieduto dal giudice Edoardo D’Ambrosio, ha infatti ritenuto sussistente la lesione del diritto di difesa che gli avvocati dello studio Coppi, subentrato allo studio dell’avvocato Giulia Bongiorno nella rappresentanza della Consap, avevano sostenuto ad inizio udienza per la mancata presenza della parte all’incidente probatorio tenuto nei mesi scorsi. A far fronte ai risarcimenti, pertanto, saranno soltanto, in caso di condanna, i presunti scafisti alla sbarra. Che dovranno risacire eventualmente anche la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il ministero dell’Interno così come la Regione Calabria, oggi tutti ammessi dal Tribunale come parti offese nel processo. Boverno e Regione hanno chiesto rispettivamente un milione di euro e 500 mila euro di risarcimento.