“Ad un anno dalla strage di Cutro, il governo non ha ancora spiegato perché non partirono i soccorsi. Il ministro Piantedosi due giorni fa ha depositato dei fiori sulla tomba del neonato Alì, l’ultimo corpo identificato dalla strage. Aveva meno di un anno. Non si illuda però il ministro: un fiore non basterà a coprire l’inadeguatezza e il silenzio di questo governo nei confronti di una delle più gravi tragedie avvenute sulle nostre coste. Tutto ciò non basta a dare dignità a tutte le vittime del Mediterraneo, ormai il più grande cimitero “nascosto” d’Europa”. Lo scrive sui social il segretario di +Europa Riccardo Magi. “Già un anno fa avevamo richiesto tutte le informazioni e i documenti necessari a ricostruire nel dettaglio le circostanze del naufragio per capire come si erano mosse e sulla base di quali direttive le autorità italiane preposte, perché non furono attivate le normali procedure di soccorso. Dopo un anno, nonostante l’indagine in corso, restano le stesse domande. Ciò che è oggettivo – sottolinea Magi – è il buco di quattro ore nelle comunicazioni di quella notte tra Finanza e Guardia costiera. Un silenzio che avrebbe potuto fare la differenza. Ciò che è oggettivo è l’incapacità di questo governo di gestire il fenomeno migratorio senza un approccio ideologico, basato sulla paura del diverso e discriminatorio. Anche quando in bilico c’è la vita di esseri umani. Ciò che invece è sotto gli occhi di tutti è che ostacolare i soccorsi e criminalizzare le Ong che fanno salvataggi in mare, come questo governo ha fatto fin dall’inizio della legislatura, favorisce queste tragedie oltre che essere contro il diritto internazionale. Oggi, come un anno fa – conclude Magi – serve superare la legge Bossi-Fini prevedendo ingressi legali nel nostro Paese, costruendo vie di accesso legali che funzionino”.