CATANZARO. “Il presidente Oliverio attivi immediatamente un tavolo per portare a Roma nel confronto con il governo una forte, unitaria, coerente e condivisa proposta per la Calabria”. E’ l’appello delle segreterie della Cil Calabria e di Gioia Tauro. Secondo la Cgil “occorre costruire una unitaria e condivisa proposta che sia di tutta la Calabria da sottoporre al Governo nazionale. Poche cose ma concrete: il governo nazionale e le grandi aziende pubbliche, FS e Anas – scrive la Cgil – in modo particolare, aumentino gli investimenti pubblici soprattutto in Calabria. Esclusa la Basilicata, regione che ha una linea ferrata marginale rispetto alla nostra, la Calabria – è scritto – è la regione dove si investe di meno”. Per questo, occorre verificare dal governo, continua la nota, “quanti investimenti pubblici intende spostare per modernizzare le ferrovie, il corridoio jonico, la velocizzazione della tratta Reggio-Roma, quante risorse e quali tempi di completamento della Ss 106; come intende procedere verso l’istituzione della ZES nel porto di Gioia Tauro, alla luce del nuovo atto della giunta regionale calabrese, ed anche rispetto all’iniziativa, proposta nell’ambito della festa della Cgil a Polistena, che sia direttamente la Regione Calabria a costringere il Parlamento Europeo ad affrontare tale questione”. “Il porto di Gioia Tauro – scrive ancora il sindacato – non è di quel territorio e neanche della Città metropolitana: quella infrastruttura ha in sè le capacità di essere il perno di una vera espansione produttiva della Calabria e, con tutte le incertezze della riforma delle Autorità Portuali, anche della Sicilia, all’interno del Mediterraneo. Per questo – è scritto – noi riteniamo che il governo nazionale non alimenti contrapposizioni e altri interessi rispetto alla centralità nel progetto nazionale di Gioia Tauro nella logistica e anche per il transhipment; la Regione Calabria dia centralità all’ammodernamento e alle riconversioni in agricoltura, settore che può alimentare nuova occupazione di qualità, legandolo alla nascita di un innovativo sistema di trasformazione dei prodotti. Perchè questo abbia più forza, – scrive la Cgil – pur apprezzando enormemente lo sforzo del ministro Martina, è necessario però che il governo assuma per intero e senza tentennamenti l’obiettivo di abbattere il sistema del caporalato, con norme rigide e chiare, e soprattutto con un sistema di controlli veri e concreti nei territori dove più evidente è il rapporto mafia-caporale-azienda; velocizzare e mettere Reggio Calabria nelle stesse condizioni delle altre 9 città metropolitane è una esigenza di tutta la Calabria perchè l’utilizzo di altre risorse per la provincia di Reggio mette in condizione il resto della Regione di poter utilizzare e spendere più velocemente le risorse disponibili”.