LAMEZIA TERME. Il gup del tribunale di Lamezia Terme Carlo Fontanazza ha prosciolto tre medici accusati della morte di un paziente avvenuta nel 2007 nel reparto di chirurgia dell’ospedale lametino dopo aver subito un intervento chirurgico. Fontanazza, accogliendo le tesi difensive di medici, ha emesso sentenza di non luogo a procedere nei confronti dell’allora primario Mario Saladino perché il fatto non sussiste e sentenza di assoluzione, sempre perché il fatto non sussiste, nei confronti dei chirurghi Roberto Daffinà e Luigi Borrello. I sanitari, accusati di concorso in omicidio colposo, secondo l’accusa erano responsabili della morte di L.C., avvenuta dopo un intervento chirurgico, dopo la quale i familiari presentarono denuncia. Da qui erano partite le indagini a conclusioni delle quali i medici furono ritenuti responsabili di avere operato “con urgenza il paziente senza che ve ne fosse la reale necessità” oltre che di avere “commesso nell’intervento chirurgico degli errori tecnici dettati da imperizia e sia per l’inidoneità del trattamento chirurgico, sia per le omissioni tenute nell’intervento stesso”. I difensori, invece, Giancarlo Nicotera, Umberto Di Bianco e Francesco Gambardella, nel ricostruire la vicenda hanno ribadito l’assoluta estraneità dei loro assistiti in merito ai fatti contestati, in quanto essi “nel percorso diagnostico-terapeutico, in quello chirurgico ed in quello post-operatorio avevano tenuto la massima professionalità”. Gli stessi legali, inoltre, hanno sottolineato “l’assoluta necessità dell’intervento, nonché la massima perizia e diligenza, secondo i dettami della scienza medica, nell’eseguire l’operazione” da parte dei tre sanitari verso i quali, quindi, “non poteva essere mosso alcun addebito”.