CATANZARO. “L’assegnazione del Nobel per la pace a Malala, la coraggiosa ragazza pachistana che combatte per il diritto all’istruzione delle bambine, mi ha commosso e mi ha stimolato qualche riflessione sul ruolo decisivo delle donne come elemento del cambiamento. Se Malala non ha avuto paura dei talebani, noi non dobbiamo avere paura del futuro”. Lo afferma in una nota la candidata di Forza Italia alla presidenza della Regione, Wanda Ferro. “Ci vogliono le donne – aggiunge – per cambiare le cose. Ci vogliono le donne, con il loro coraggio e la loro dedizione, con il loro senso del dovere e la loro intelligenza, con la loro forza di dire no a compromessi e sotterfugi. Le donne che continuano ad essere emarginate, se non addirittura escluse, dai processi decisionali. Una recente indagine ha dimostrato che gli uomini continuano a detenere più dell’80 per cento dei ruoli elettivi o di vertice. Nella storia del “regionalismo”, dal 1970 ad oggi, solo sei donne sono state chiamate alla guida delle Regioni, nessuna nelle Regioni del Sud. La Calabria può fare da apripista ad una nuova stagione delle politiche e delle istituzioni, in cui donne e uomini, in una condizione di assoluta parità, concorrono al bene comune. C’è bisogno delle donne, non di una sola donna. Le donne possono rompere i vecchi schemi costruiti dagli uomini, incidere profondamente sulle scelte, a patto che non diano più deleghe in bianco a nessuno”. “Possiamo costruire, tutte assieme, una Regione – prosegue Ferro – vista con gli occhi delle donne. Con gli occhi delle giovani mamme che pretendono servizi più efficienti, con gli occhi delle ragazze che escono dalle nostre Università e dalle nostre scuole e sognano un posto di lavoro, con gli occhi delle anziane che hanno diritto ad un’assistenza sanitaria e sociale degna di un Paese civile, con gli occhi delle donne che hanno il coraggio di combattere la mala pianta della criminalità organizzata. Solo una donna come Lea Garofalo poteva avere il coraggio di ribellarsi alle cosche fino all’estremo sacrificio. È una sfida collettiva, non una sfida individuale. La “dolce rivoluzione” di cui ha bisogno la Calabria non può essere portata avanti da una sola donna. Tutte assieme possiamo sprigionare una grande energia positiva e dirompente. Il nostro non sarà e non potrà essere un cambiamento di facciata. La Regione vista con gli occhi delle donne non sarà più la stessa”.